Che il Forex Trading sia un’attività complessa, ricca di rischi e di ostacoli non ci possono essere dubbi. Ne sono consapevoli tutti i trader, anche i principianti (almeno dovrebbero esserlo). Nessuno si aspetta di entrare nel paese dei balocchi. Eppure, può capitare (anzi capita spesso, soprattutto all’inizio) che le cose vadano più storte del previsto. Insomma, che si perda denaro a un ritmo eccessivo, anche per essere un inesperto. In questi casi non è certamente consigliato gettare la spugna, ma fermarsi a riflettere sì. Nello specifico, riflettere sui principali motivi per cui si sta perdendo denaro.
In questo articolo parleremo esattamento di questo: delle ragioni più frequenti in grado di causare il fallimento.
Il trading system è sbagliato
Ovviamente, occorre avercelo il trading system. E’ semplicemente impensabile fare Forex Trading senza un piano di trading, ovvero senza un assetto codificato di regole che suggeriscano al trader quanto investire, come investire, in quali contesti specifici e sulla base di quali analisi. Il problema è che spesso il trading system è sbagliato.
Capire se il trading system è sbagliato è in realtà abbastanza difficile. Lo è per un motivo semplice: un TS che va bene per alcuni trader può non andare bene per altri trader. La verità è la seguente: il trading system giusto è un trading system che in primo luogo si adatta al proprio stile, ai propri obiettivi e alle proprie capacità economico. Il consiglio, dunque, non è di fare proprio un “pacchetto”, bensì crearlo di sana pianta, o almeno elaborarne uno già esistente.
Ovviamente, esistono anche i trading system sbagliati in senso assoluto, ma da quelli basta semplicemente tenersi alla larga.
Gli obiettivi sono troppo ambiziosi
Il trading system è importante, certo, ma tutto parte dagli obiettivi. Obiettivi che, è bene dirlo, devono essere quantificati in maniera precisa. Ovvero, devono rispondere alla domanda: quanto ho intenzione di guadagnare? In ogni caso, anche se non si raggiungessero gli obiettivi in maniera fedele, sarebbe un successo anche il solo avvicinarsi ad essi, tendervi in maniera il più possibile costante e lineare.
Il problema insorge quando gli obiettivi sono troppo ambiziosi. In questo caso, è il passo della marcia di avvicinamento a risentirne. Nello specifico, il passo diventa troppo svelto e, molto banalmente, si rischia di inciampare. Porsi degli obiettivi troppo ambiziosi significa spesso procurarsi delle ansie, e ciò porta a sua volta a una atteggiamento imprudente.
Insomma, è come mettersi fretta da soli. Peccato che nel Forex Trading, come nella vita di tutti i giorni del resto, la fretta è una cattiva consigliera. Lo è ancora di più se di mezzo c’è il denaro, peraltro da gestire in un ambiente ipercompetitivo e oggettivamente complesso come è il mercato valutario.
Il programma di money management è radicale
Questo punto di ricollega al primo, a quello degli obiettivi ambiziosi. E’ naturale che si pone l’asticella troppo in alto, si è costretti a rischiare di più. Il problema risiede nel fatto che, sulla carta, tutti i piani di money management funzionano, se non altro perché indicano grosso modo quanto, nella peggiore delle ipotesi, si perderà. Certo è che perdere molti trade di seguito è insostenibile anche se dietro c’è un programma di money management all’apparenza solido.
Anche perché il money management, alla fine, suggerisce quanto denaro si andrà a spendere per ogni singolo trade. Ebbene, questo denaro, ovvero la puntata (per utilizzare un forse improprio termine del gioco d’azzardo) è troppo elevata. Il problema non si pone, o si pone in misura minore, se i trade perdenti non sovrastano i trade vincenti. In caso contrario, il rischio di subire una significativa e repentina erosione di capitale è davvero elevato.
Lo stile di trading non è coerente con la personalità
Questo è un punto fondamentale ma sul quale raramente ci si sofferma. Può darsi che all’origine del fallimento ci sia un errore di approccio, un errore di fondo che pregiudica tutti gli altri fattori. Molto banalmente, si sta facendo Forex Trading in un modo che poco si collega con la propria personalità. Non è necessario scomodare complesse teorie psicologiche a riguardo. E’ sufficiente riflettere sul proprio carattere, sulle proprie qualità e sui propri difetti.
Facciamo un esempio. Se una persona è dotata di sangue freddo ed è in grado di destreggiarsi in situazioni emergenziali, senza perdere di lucidità, può adottare uno stile più rapido, magari anche più rischioso, che punti tutto sul Trading Intraday. Se una persona è invece più compassata, ha tempi lunghi, si trova meglio a ponderare e a studiare, lo stile migliore è quello Multiday, se non addirittura Swing. Dunque, il consiglio consiste prima di tutto nel conoscere se stessi. Una volta compresa di “che pasta si è fatti”, si può procedere con l’adozione veloce o meno veloce.
Manca la disciplina
Anche questo è un aspetto importante. La disciplina si può definire come l’olio che consente al motore di girare, che rende più fluida la macchina. E’ una conditio sine qua non. Non lo è solo in senso assoluto, magari perché il concetto di disciplina è moralmente superiore a quello di anarchia. E’ proprio una questione funzionale. La disciplina è uno strumento che serve a neutralizzare alcune dinamiche che altrimenti risulterebbero naturali.
Nello specifico, la disciplina ha lo scopo di ridurre il margine di discrezione. Vincola il trader a fare ciò che è giusto e non ciò che, in un dato momento, avverte come giusto. Questo perché quando si è nell’occhio del ciclone la libertà eccessiva può essere un male, proprio perché è in quella fase che si rischia di perdere la lucidità.
Dunque, è bene essere disciplinati. A chi? A se stessi ovviamente. O, per meglio dire, al se stesso di qualche tempo prima e qundi in possesso di tutte le facoltà mentali. In parole povere, occorre essere fedeli al proprio trading system. Che poi questo possa essere sbagliato è un altro paio di maniche, e ne abbiamo parlato qualche paragrafo fa.
La leva finanziaria è troppo alta
Questo è un problema tecnico, ma che si ricollega a quello degli obiettivi ambiziosi. Semplicemente, la leva potrebbe essere così alta da moltiplicare in maniera esponenziale e insostenibile le perdite. Sia chiaro, la leva, se usata bene, è un formidabile strumento per accelerare i tempi, per superare uno scoglio che altrimenti sarebbe insormontabile: la pochezza del capitale di partenza. Un problema che, tra le altre cose, riguarda molti trader retail, ovvero quelli che si sono avvicinati durante il nuovo corso del Forex Trading.
Tuttavia, è anche una pericolosissima arma a doppio taglio. Il perché lo abbiamo già detto: moltiplica le perdite così come moltiplica i guadagni.
Se il fattore scatenante è solo la leva, ci sono buone notizie: è facile da neutralizzare. Basta scegliere una leva più bassa. In genere, secondo convenzione, non si dovrebbe mai andare oltre il rapporto 1:50, ma è consigliabile, se non si è grandi esperti della materia, non andare oltre 1:20, che è comunque una leva di tutto rispetto e in grado di porre in essere le condizioni per guadagni significativi.
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La capacità di adattamento è scarsa
Abbiamo già parlato della disciplina e quanto sia importante per rendere la propria attività di trading veramente proficua.
Tuttavia, anche il suo estremo opposto può essere deleteria e causare una emorragia di denaro: la mancanza di flessibilità, di capacità di adattamento. La necessità di possedere questa dote in misura perlomeno sufficiente nasce da un particolare non di poco conto: la teoria è una cosa, la pratica è un’altra.
Può capitare benissimo che il trading system sulla carta sia perfetto, e che lo sia anche in fase di backtesting, ossia della prova su dati del passato. Tuttavia, ci saranno sempre situazioni ed eventualità non coperte dal piano, rispetto alle quali non è in grado di offrire soluzioni. In questi casi, le alternative sono due: o uscire, e certamente non è mai una cattiva idea, o rimanere e cercare di governare l’emergenza. In quest’ultimo caso, la capacità di adattamento è essenziale perché consente di trovare strumenti nuovi per uscire dall’impasse, fermo restando che è la tesa a dover essere usata e non l’istinto.
L’analisi tecnica è molto complicata
Spesso, di questo problema manco ci si accorge. Questo accade perché spesso permane, nei trader esperti e meno esperti, un pregiudizio di fondo, per quanto inconsapevole: che la semplicità sia sinonimo di approssimazione. Sicché si sceglie la via spesso sbagliata della complessità, che sfocia in una analisi tecnica macchinosa, confusionaria, contraddittoria. Ciò accade quando si utilizzano molti indicatori e tutti difficili da leggere. In questo caso, è veramente alto il rischio di recepire segnali contrastanti.
Il consiglio è di adoperare un modello semplice e lineare di analisi tecnica, nonché di prediligere, quando si può indicatori facili da leggere. A volte, basta semplicemente un’analisi dei minimi e dei massimi o delle banalissime medie mobili.
Il broker è scarso
Anche questo è un problema. Anzi, nel caso fosse l’unico, ciò rappresenterebbe senz’altro buona notizia. Significherebbe che la soluzione è alla portata di mano: si cambia il broker e il gioco è fatto.
Sono tanti i motivi che fanno di un broker… Un pessimo broker. Tra parentesi, l’onestà non c’entra, in quanto è scontato che si debbano scegliere solo broker che non nascondino una truffa, e in effetti è veramente facile discernere tra le le mele marce e le mele sane.
La questione ruota attorno all’ambiente di trading. Questo può essere poco consono a un’attività di trading profittevole. Per esempio, quando il broker impone spread troppo alti, oppure mette a disposizione piattaforme che lasciano il tempo che trovano, che si caratterizzano per una eccessiva lentezza e macchinosità. Dunque, il consiglio è di guardare prima di tutto all’approccio che il broker adotta in termini di condizioni economiche e usabilità.
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Formazione scarsa
Infine c’è lui, il problema dei problemi. E’ possibile, brutto dirlo, che stiate perdendo denaro perché non siete abbastanza bravi, magari perché avete sostenuto un percorso di formazione rivedibile, che vi ha lasciato delle lacune.
Peccato che ci si accorga di non sapere quando ormai è troppo tardi, ossia quando si ha fallito l’appuntamento con il mercato.
Il consiglio è di verificare che il periodo di formazione sia stato caratterizzato dalla presenza di un periodo di pratica, di un programma completo, magari suggerito da qualcuno di competente (fosse anche un broker), dall’impegno profuso nell’arco di mesi, se non addirittura anni.
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