La vita del trader è costellata di scelte. Particolarmente importanti sono quelle che si compiono all’inizio, e che impattano profondamente sulle possibilità di successo. Sono scelte anche molto delicate, dal momento che vanno affrontate – almeno due di esse – all’inizio della carriera, anche se – ovviamente – non sono affatto irreversibili. Stiamo parlando di broker, stile di trading e coppia di valute. Ecco una guida esaustiva che, si spera, aiuterà i principianti a compiere queste importanti scelte.
Come scegliere il broker
Per scegliere il broker in maniera efficace è necessario soprattutto conoscere alla perfezione il loro ruolo all’interno del panorama del Forex Trading. Esso non si esaurisce nell’esecuzione degli ordini per conto del trader ma coinvolge tanti altri aspetti. Conoscerli vuol dire essere consapevoli dei propri diritti, quindi riuscire a discriminare tra un buon broker e un cattivo broker.
Il broker è una società che offre servizi di intermediazione. Come già anticipato, esegue gli ordini per conto dei trader. In aggiunta, offre la piattaforma, ossia il software che permette, di fatto, l’attività di trading. Per mezzo di essa, mette a disposizione grafici e strumenti di analisi. Offre anche un servizio di assistenza e contenuti formativi. In particolare questi due ultimi aspetti vengono spesso ignorati, soprattutto dai principianti, in sede di scelta. Eppure sono molto importanti perché concretizzano un valore aggiunto, un supporto irrinunciabile per chi è alle prime armi.
Dunque, come si sceglie il broker? Quali sono i parametri che vanno presi in considerazione? La prima discriminante è l’onestà. La prima domanda da porsi è: questo broker è onesto o è una truffa? In linea di massima, non è affatto difficile scoprirlo. E’ sufficiente, anzi, verificare il possesso di una licenza. Essa in genere viene menzionata nella Home Page del sito ufficiale, o nella pagina del “Chi siamo”. Le licenze più solide sono quelle erogate da enti come la Cysec, la ASIC e la FCA. Ne consegue che se un broker non può vantare una licenza, sia legittimo sollevare dubbi circa la sua onestà.
Ovviamente, non è sufficiente che un broker sia onesto. Certo, l’onestà è un prerequisito imprescindibile, ma fermarsi qui sarebbe un grave errore. Occorre puntare alla qualità. Come si distingue un broker efficiente da un broker poco efficiente. I criteri sono quattro.
Condizioni economiche. Questo è una parametro fondamentale perché i costi possono erodere in maniera notevole gli utili. La maggior parte dei broker, c’è da dire, non applica commissioni sui trade ma, in compenso, applica uno spread. Esso si esprime in termini di pip. Ora, tutti i broker adottano un approccio piuttosto variabile alla questione dello spread. Esso dipende dalla coppia con cui si commercia. In linea di massima, vanno presi in considerazione quei broker che propongono un range di pip basso e ristretto. Lo spread non è l’unico elemento al quale bisogna fare riferimento. Da considerare è anche il deposito minimo, ossia la cifra che occorre versare quando si apre un account. Essa sostanzia l’altezza della barriera all’entrata. Un buon deposito minimo è costituito da un paio di centinaia di euro, anche se esistono broker che propongono un deposito minimo di 100 euro.
Offerta di asset e strumenti. Questo è un altro criterio importante. E’ ovvio: un broker che offre molti asset e molti strumenti conferisce all’attività di trading un margine di azione più largo. Il trader, benché principiante, dovrebbe dedicare la sua attenzione solo a quei broker che vantano un’offerta molto cospicua, anche se, alla fine dei conti, è solito investire in una o due coppie. Il motivo di tale necessità risiede nel fatto che, durante la propria carriera di trader, può capitare di cambiare la coppia di valute o di modificare il proprio approccio, dirigendo i propri sforzi, magari, verso le valute cosiddette esotiche. Stesso discorso per gli strumenti di analisi. Il trader può benissimo aver improntato la propria strategia sull’utilizzo di un paio di indicatori ma, di nuovo, arriverà il momento in cui dovrà stravolgere il suo approccio e cambiare metodo di trading. Giunto a quel punto, capirà che accontentarsi è stato un grave errore.
Offerta formativa. Anche questo è un aspetto importante, soprattutto per i principianti. La fase dello studio “pre-trading” è cruciale, nonché lunga e faticosa. Prevede, inoltre, un impegno sui canali più disparati: ebook, manuali, blog, forum e…. Video corsi. Già, i video corsi sono importanti in quanto, se costruiti bene, rappresentano una sorta di tutorial per l’aspirante trader. Ora, quasi tutti i broker propongono contenuti formativi sotto forma di video corsi, ma solo alcuni eccellono in questo campo. In genere, il broker compie il suo dovere se offre contenuti modulari, ossia strutturati in modo da poter essere fruiti dai meno esperti e dai meno esperti, secondo una scala progressiva di difficoltà. Soprattutto, compie il suo dovere se i contenuti sono realizzati o curati da trader professionisti, che possano porre in essere un pulpito davvero autorevole.
Servizio di assistenza. E’ un aspetto che viene trascurato ma che va preso sempre in considerazione. Un buon broker offre sempre un servizio di assistenza all’altezza. Per essere tale, il servizio di assistenza deve essere fruibile attraverso vari canali: telefono, chat, email etc. Inoltre, deve essere gestito da trader professionisti. Solo un professionista, infatti, può dare consigli utili al principiante.
Come scegliere lo stile di trading
Il secondo bivio che un aspirante trader deve affrontare riguarda lo stile di trading. Può sembrare un concetto astratto, ma non lo è affatto. Anzi, è uno dei fattori che più di ogni altro impatta sulle speranze di generare utili e costruirsi, attorno all’attività di Forex Trading, la propria libertà finanziaria. Ovviamente, non esiste uno stile di trading oggettivamente migliore di un altro, bensì quello più adatto al singolo trader. Questi, quindi, non è chiamato a scegliere il migliore stile di trading ma il suo stile di trading.
Prima di fornire qualche consiglio è bene ricordare quali sono gli stili di trading più diffusi.
Trading veloce e scalping. Questo approccio guarda a un orizzonte temporale incredibilmente ristretto. Chi fa trading veloce, o addirittura scalping, mantiene le posizioni aperte per pochissimo tempo, a volte per pochi minuti. L’obiettivo di fondo è sfruttare la volatilità dei prezzi, nonché l’effetto rimbalzo che segue a ogni evento importante.
Trading intraday. Chi utilizza questo approccio, mantiene le posizioni aperte per poche ore, e in ogni caso le chiude sempre prima che il giorno volga al termine. E’ un approccio intelligente poiché consente di evitare le conseguenze derivanti dall’applicazione dei tassi overnight, che tendono a erodere gli utili. E’ un approccio comunque rischioso perché deve fare i conti – certo non come nello scalping – alla volatilità.
Swing trading. In questo caso, le posizioni rimangono aperte per molto tempo, in genere per tutta la durata del trend. Si parla anche di giorni o addirittura di settimane.
Trading a lungo termine. Questo approccio prevede un orizzonte molto esteso. Il trader conserva le posizioni aperte per molti mesi, se non addirittura anni. Punta, quindi, a guadagnare molto denaro, poche volte (proprio perché la frequenza di trading è molto bassa).
Quindi, come si fa a scegliere lo stile di trading più adatto? Occorre porsi alcune domande.
Quanto tempo posso dedicare al trading? La variabile tempo è fondamentale. Alcuni stili di trading, infatti, impongono al trader di trascorrere più tempo davanti al pc. E’ il caso dello scalping, del trading veloce e del trading intraday. Non è difficile capire il motivo di ciò. Se l’orizzonte è breve, e quindi agisce sulla volatilità, il trader deve conservare un controllo più saldo sul mercato. Se utilizza uno di questi tre approcci, deve gestire l’imprevisto, deve fare i conti con una operatività frenetica. Non può limitarsi, quindi, a programmare la strategia e aspettare. In realtà, ciò non è possibile in nessun caso, ma a maggior ragione se il trader uso uno stile “rapido”. Quindi, se avete molto tempo da dedicare al trading, potete prendere in considerazione lo scalping, il trading veloce o l’intraday. Altrimenti, dovreste dirigervi verso lo swing trading e il trading a lungo termine.
Ho molto sangue freddo? Per quanto una certa narrativa dipinga il trading come un’attività in cui la tecnica prende il sopravvento su tutto (e in un certo senso è vero, lo spazio per la creatività) la personalità del trader gioca un ruolo importantissimo. In estrema sintesi, è necessario scegliere uno stile che sia coerente con il proprio carattere, o almeno compatibile. La qualità che funge da discriminante, in questo caso, è il sangue freddo. Ovviamente, in tutti i casi (a prescindere dallo stile quindi) il trader si trova ad affrontare pressioni notevoli, e deve quindi sfoggiare una resistenza allo stress non indifferente. E’ tuttavia innegabile che alcuni approcci siano più stressanti di altri. In linea di massima, si può affermare che più il trading è veloce, maggiori sono le pressioni. Il motivo è semplice: l’orizzonte temporale ristretto, e quindi il tentativo di gestire o addirittura sfruttare la volatilità, costringe il trader a prendere decisioni subitanee, di natura spesso emergenziale. Una prova, questa, che può essere affrontata solo se si ha molto sangue freddo. Gli altri approcci, quelli più lenti, prediligono invece qualità come l’attenzione per i dettagli, le capacità di interpretazione e di analisi, la pazienza.
Come scegliere l’asset
Ovviamente, quando si parla di Forex Trading, per asset si intende la coppia di valute. Con quale coppia di valuta tradare? Non è semplice scegliere. Certo, i principianti, di istinto, optano nella maggior parte dei casi per l’euro-dollaro, che è quella senz’altro più familiare anche ai profani, ma non è detto che sia una scelta giusta al cento per cento.
A tal proposito occorre fare una distinzione tra le coppie major e le coppie esotiche. Le prime sono composte da valute importanti, che fanno capo a economie molto grandi. Sono definite major tutte le coppie che hanno come termini le seguenti valute: euro, dollaro, sterlina britannica, yen. In genere, godono di una grande liquidità e sono poco volatili. Le coppie esotiche, invece, sono composte da valute non molto diffuse e che fanno capo a economie piccole, o comunque non di primo piano. Le valute in questione sono il dollaro neozelandese, la lira turca, la rupja indiana e molte altre ancora. Le coppie esotiche godono di una liquidità inferiore e pertanto sono più volatili.
Come per lo stile di trading, anche per scegliere la coppia con cui tradare è necessario porsi alcune domande.
Ho, per qualsiasi motivo, esperienza pregressa circa una coppia particolare? Anche chi non ha ancora messo piede sul mercato può avere una esperienza circa una coppia in particolare. Esperienza si fa per dire, ovviamente, visto che si parla di nozioni teoriche. Ma è ovvio: se un aspirante trader ha studiato su materiale che, magari sotto forma di esempio, trattava l’euro-dollaro, è bene che inizi proprio da questa coppia. Il consiglio, in questo caso, è di non cimentarsi con coppie di cui non si conosce assolutamente nulla. Il rischio è, come facilmente intuibile, di perdere rapidamente il proprio capitale.
Qual è il mio stile di trading? Questa è una domanda importantissima, in quanto rappresenta la vera discriminante nella scelta della coppia. Sia chiaro, la correlazione è meno solida di quanto si possa auspica, ma è vero: a ciascuno stile di trading può essere associato un tipo di coppia. Nello specifico, se l’approccio è improntato sulla volatilità, quindi teso a sfruttare la volatilità, è bene scegliere coppie poco liquide e più volatili. Se invece lo stile è più lento, e tendente a sfruttare i trend consolidati, è bene scegliere le coppie più liquide e meno volatili. Nel primo caso – sempre se si è supportati da un bagaglio tecnico e culturale perlomeno sufficiente – è bene optare per le coppie esotiche. Nel secondo caso, è bene optare per le coppie major.
Mi trovo a mio agio più con l’analisi tecnica o con l’analisi fondamentale? Anche questa è una domanda fondamentale. Prima di indagarne i risvolti è bene ricordare cosa si intende per analisi tecnica e analisi fondamentale. La prima consiste nello studio, con finalità predittiva, di tutto ciò che appare sul grafico, mediante l’utilizzo di indicatori (strumenti che si basano su raffinati modelli statistici). La seconda invece consiste nello studio, con la medesima finalità, di quanto accade al di fuori del mercato. Uno studio, nuovamente, basato su modello statistici. Ora, premesso che entrambe le discipline sono essenziali, ci sono alcune coppie che richiedono un’attività di analisi tecnica molto intensa, mentre altre richiedono una molto intensa attività di analisi fondamentale. Nel primo caso, si parla di coppie che non godono di una copertura da parte delle notizie economiche molto efficiente, proprio perché collegate a economie poco importanti. Si parla, quindi di coppie esotiche. Nel secondo caso, si parla di coppie che godono di una copertura pressoché totale. Il riferimento, manco a dirlo, è alle coppie major.