La sfera psicologica è dominante nel Forex Trading. La psicologia, intesa come discorso sulle emozioni e sui processi cognitivi, gioca un ruolo importantissimo e incide sulle prospettive di profitto. Ciò fa parte dell’esperienza di tutti i trader, checché ne dica l’immaginario collettivo, che invece associa al trader, e in particolare al trader vincente, un’aura di razionalità e freddezza perenne, che non può essere scalfita.

Dunque, con la psicologia e nello specifico con il proprio mondo interiore, ci si deve avere a che fare per forza. Non tanto per reprimere le emozioni, quello è semplicemente impossibile e forse deleterio, quanto per gestirle.

Guardarsi dentro vuol dire, innanzitutto, verificare la presenza di alcuni fattori emotivo-psicologici in grado di compromettere le speranze di successo. E, una volta verificata la loro presenza, neutralizzarle, calmierarne gli effetti. Traderpedia ha trattato con naturalezza e semplicità proprio questi fattori interni. Ecco un sunto.

L’affaticamento emotivo

L’affaticamento emotivo è uno dei disturbi più frequenti in chi fa Forex Trading. Alcuni trader, in realtà, sono più esposti di altri. Per esempio, gli intraday e soprattutto gli scalper. In un certo senso, le probabilità di insorgenza dell’affaticamento emotivo sono correlate alla quantità di posizioni che si aprono e si chiudono in un determinato lasso di tempo. In estrema sintesi, più si fa trading più si rischia di cadere la trappola dell’affaticamento emotivo. Tra l’altro, questo disturbo è tra i più riconoscibili in assoluto, dunque in un certo senso è anche facile da combattere. I sintomi sono chiari, le cause anche.

Che cos’è l’affaticamento emotivo? Semplice, la sensazione di stanchezza mentale, anzi emotiva, che coinvolge chi fa trading. Ogni trade genera una certa quantità di stress, e a tale stress è correlata una serie di emozioni: in genere ansia, ma anche adrenalina, entusiasmo. Persino la paura. La mente del trader, da questo punto di vista, agisce come un muscolo. Se troppo sollecitata, esaurisce le sue energie. Perché, su questo aspetto è necessario essere chiari e lapidari, fare Forex Trading è una attività faticosa. Certo, la fatica non è niente affatto fisica, anzi induce a una certa sedentarietà. E’ una fatica mentale, emotiva appunto.

I sintomi dell’affaticamento emotivo sono molto riconoscibili. Semplicemente, si passa da una fase “normale” del sentire a una fase “acuta”. Le emozioni vengono amplificate, lo stress aumenta. Nello specifico, l’ansia leggera e persino positiva che si avverte durante l’operatività diventa ansia radicale. La paura di perdere diventa panico (o quasi). La tristezza derivante da una sconfitta diventa disperazione. In questa fase, il rischio di agire nella direzione opposta a quella necessaria è alto. Per esempio, se si ha paura di perdere, si potrebbe tendere a mantenere la posizione aperta anche se in perdita, nella speranza che, magari contro ogni evidenza, il vento possa radicalmente cambiare.

Come si risolve l’affaticamento emotivo? I rimedi sono molti, e vanno dal mindfitness al training psicologico. Molto banalmente, è sufficiente staccare la spina per un po’. Ciò vuole dire perdere occasioni, smettere di guadagnare, ma certamente si tratta di un investimento sul futuro. Il rischio, semmai, è di cadere in un’altra trappola, quella dell’astinenza (ne parleremo nel prossimo paragrafo).

L’assuefazione da trading

Abbiamo detto che una delle soluzioni all’affaticamento emotivo è staccare la spina, prendersi una lunga pausa. E’ in effetti una soluzione efficace…. Quasi sempre. In un caso, può essere addirittura deleteria, in quanto produce malesseri che richiamano al concetto – forse un po’ abusato – di astinenza. Esatto, il rischio è di cadere nell’astinenza. Ciò capita quando, oltre all’affaticamento emotivo, si soffre di un altro disturbo, che all’apparenza sembra in contraddizione: l’assuefazione da trading o, per meglio dire (nei casi più acuti), la dipendenza. Affaticamento emotivo ed assuefazione possono essere concomitanti, nel trading come nella vita quotidiana. Chi fuma spessa ne ha abbastanza del fumo. Lo stesso per chi beve, per chi gioca compulsivamente ai videogiochi. L’assuefazione è accompagnata dalla fatica emotiva, e in certi casi fisica, nel mantenere il vizio.

Anche l’assuefazione è abbastanza riconoscibile, sebbene nel caso in cui si stia vincendo, o si stia passando un periodo di vacche grasse, i sintomi possono essere più nascosti. Molto semplicemente, chi si è assuefatto o soffre di una vera e propria dipendenza, fa fatica a staccarsi dal pc. Si badi bene: il confine tra professionismo/stacanovismo e assuefazione, almeno da fuori, è labile. Certo, se si avverte oggettivamente la difficoltà a staccare, persino ad andare a riposarsi, il disturbo c’è tutto.

L’assuefazione è sempre negativa, anche quando si apprezzano risultati in termini monetaria. Lo è non necessariamente dal punto di vista del trading, quanto della propria vita sociale. Il rischio di vivere per il trading in questo caso è piuttosto alto. E poi, nel lungo periodo, il disturbo degenera in una specie di born out in grado di compromettere profitti passati e futuri.

Guarire dell’assuefazione non è molto difficile. Lo è invece uscirne quando essa è degenerata in una vera e propria dipendenza. Da questo punto di vista, le tecniche non differiscono molto da quelle impiegate per risolvere le dipendenze tradizionali: abbandono dell’attività graduale, inserimento nella giornata di momenti alternativi all’attività stessa, recupero del tessuto sociale ed affettivo. Insomma, c’è un bel lavoro da fare.

Lo stress da trading

Lo stress, più che un disturbo vero e proprio, è una risposta fisiologica a una necessità causata dall’esterno. In realtà, ha uno scopo preciso: quello di costringere l’organismo a produrre prestazioni sufficienti a svolgere una attività complicata o risolvere un problema. Dunque, in un certo senso è benefica. Lo è anche nel Forex Trading, che in quanto a complessità e capacità di porre in essere problemi, o semplici situazioni da risolvere, non è secondo a nessuno. Questa è la faccia “bella” della medaglia. C’è la faccia “brutta”, ovvero quella che, pur essendo un elemento interiore, può compromettere le speranze di successo.

Esiste quindi uno stress buono e uno stress cattivo. Molto semplicemente, lo stress buono è quello che infonde energia, che mette in allerta. Lo stress cattivo è quello che produce da un lato problemi di natura fisica (fenomeno chiamato somatizzazione) e dall’altro lato anziché stimolare all’azione la inibisce. Oppure, anziché inibirla, la dirige su binari sbagliati, non proprio razionali.

Tutti i trader soffrono di stress, anche perché tutti operano sotto tensione. E’ l’effetto collaterale del mercato, di tutti i mercati e non solo del Forex, mettere in tensione. Lo stress cattivo però può essere profondamente dannoso.

Eliminare lo stress non è possibile, e nemmeno auspicabile. E’ però possibile farlo tornare alla sua forma normale. La soluzione, da questo punto di vista, non è a portata di mano perché impone di fare un certo lavoro su se stessi. In breve, è necessario convincersi della bontà di alcuni assunti.

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La sconfitta fa parte del trading. E’ il concetto più difficile da interiorizzare. Eppure è il più veritiero. Realmente la sconfitta è una evenienza frequente, anche per i trader più vincenti. Prima si associa il concetto di sconfitta al concetto di normalità, prima si potrà guarire dallo stress “cattivo”.

Nessuna perdita è irrimediabile. Forse questo non è vero sempre e comunque. O, per meglio dire, è vero solo se il trader si comporta in maniera razionale, dunque seguendo un piano di money management decente. Se si adotta prudenza nell’uso del denaro, è vero: tutte le sconfitte possono essere compensate da una vittoria (proprio per definizione).

Perdere non vuol dire fallire. E’ il pensiero più importante. Una delle cause dello stress è legare l’autostima alla vittoria. Vista l’imprevedibilità e i rischi che si corrono nel Forex Trading, è uno dei peggiori processi di identificazione che si possono fare. Dunque, assumete un approccio meno drastico da questo punto di vista.

In genere, come si evince molto facilmente, tali pensieri sono finalizzati a svuotare il trading della importanza eccessiva che gli individui stressati gli conferiscono.

L’ansia da trading

Infine c’è l’ansia. Tutti, trader e non, prima o poi hanno sperimentato l’ansia. A differenza dello stress, l’ansia non è mai buona. In un certo senso, ne rappresenta persino la degenerazione patologia. Se lo stress, persino quello cattivo, è una condizione temporanea, l’ansia è una condizione perenne. L’ansia è paura mista a stress. E’ paralisi. Nondimeno, può avere effetti devastanti sull’organismo, in una spirale di somatizzazione che è difficile da spezzare.

L’ansia nel trading si manifesta con un terrore di perdere denaro che non finisce mai, anche perché il trader è spinto a tradare nonostante tutto, perché avverte che, rimanendo fermo, perderebbe comune delle opportunità e quindi del denaro.

L’ansia, quella seria, è un disturbo patologico e non può essere risolta approntando qualche provvedimento. Spesso è necessario un supporto specialistico. Tuttavia, è possibile limitarne gli effetti con qualche accorgimento pratico.

Ridurre l’esposizione. Investire di meno, non dal punto di vista della frequenza ma su quello del capitale, potrebbe essere una buona soluzione tampone. In questo modo il trader persegue nella sua attività, e non vive la paura di perdere la possibilità, e allo stesso tempo, minimizzando il rischio, riduce la portata della tanto temuta sconfitta.

Puntare tutto sul surplus. Questo metodo, semplice e quasi banale a dire il vero, consiste non solo nel ridurre l’esposizione, bensì nell’investire solo gli utili acquisiti in precedenza. In questo modo, si produce una percezione di “non perdita”, anche in caso di trade perdente.

Un’altra soluzione potrebbe essere quella di cambiare money management, prediligendo un approccio più restrittivo. Si tratta però di una soluzione da prendere con le pinze, in quanto l’individuo ansioso è tendenzialmente avverso al cambiamento.

Come i fattori interni sono collegati tra di loro

Per comprendere meglio come questi fattori-disturbi possano compromettere la propria attività di Forex Trading, è bene fare il punto sul rapporto che intercorre tra di essi. Spesso, infatti, uno è causa dell’altra, e compaiono tutti assieme (o quasi).

In genere, parte tutto con l’affaticamento emotivo. Esso genera, come abbiamo già specificato, un amplificamento delle emozioni. A questo punto, ecco comparire lo stress “cattivo”. Lo stress cattivo, se non curato o almeno tenuto a bada, si trasforma molto facilmente in ansia.

Per quanto riguarda l’assuefazione, può essere considerato come un secondo punto di partenza. Quello che, ponendosi in parallelo con l’affaticamento, o addirittura come ostacolo alla sua risoluzione, è in grado di generare stress e ansia.

Insomma, la sfera psicologica va tenuta in considerazione, anche perché è molto fragile. Tutto ciò rivela una piccola grande verità: il Forex Trading, prima ancora che tecnico, è un fatto umano.