Nonostante sia ormai uno strumento molto conosciuto, e di fatto non abbia più segreti, la leva finanziaria rappresenta ancora un argomento caldo. Spesso genera discussioni accese tra i fautori e i detrattori. C’è chi le consiglia e invece chi le aborra, considerandole uno strumento pericoloso sempre e comunque.

Vale la pena fare il punto della situazione, e di farlo tenendo a mente soprattutto quelli che sono i rischi cui l’impiego della leva finanziaria espone.

Lo faremo in questa breve ma esaustiva guida, che si concluderà con qualche consiglio per i “coraggiosi” che comunque intendono utilizzare la leva finanziaria e con una riflessione sulle tipologie di trader che dovrebbero evitarla in ogni caso.

Cos’è la leva finanziaria

La leva finanziaria è uno strumento che permette di aumentare l’esposizione nei mercati, andando oltre quello che è il capitale realmente allocato. Potremmo definirlo come una sorta di moltiplicatore. Il problema principale è questo: è un moltiplicatore di guadagni, ma anche di perdite.

Il funzionamento è semplice. Si sceglie un rapporto di leva tra quelle messe a disposizione dal Broker, in genere rappresentate con la formula X:1, dove per “X” si intende il coefficiente di moltiplicazione. Dopodiché si opera… Sperando che vada tutto bene.

Ma facciamo un esempio. Se si trada con una leva di 50:1 e si allocano in un singolo trader 1000 euro, si genereranno effetti identici a un trade per il quale siano stati allocati 50.000 euro.

Questo significa che nel caso in cui si totalizzasse un guadagno pari al 2%, si otterrebbe un guadagno di 1000 euro, pari al 100% del capitale effettivamente investito. Va da sé che nel caso in cui si totalizzasse una perdita di pari entità, questa concretizzerebbe la perdita dell’intero investimento.

Non stupisce dunque che le leve finanziarie siano considerate uno strumento controverso. Anzi, in Europa sono pesantemente limitate. Eppure, c’è chi ancora ne brama l’utilizzo. Il motivo è semplice: quando funzionano – e sottolineiamo “quando” – imprimono un’accelerazione straordinaria, generano un aumento di capitale drammatico.

Alcuni mercati spingono all’impiego della leva più di altri. Per esempio, quelli che in un modo o nell’altro impongono barriere all’ingresso elevate, che costringono a una crescita lenta o che di contro spiccano per la volatilità. Nel primo caso, la leva – ripetiamo, quando funziona – permette di compensare i margini di guadagno generalmente contenuti. Nel secondo caso, consente di sfruttare appieno la volatilità.

A fronte di questi sparuti vantaggi, si segnala una pletora di rischi tale da spingere persino il trader più esperto a pensarci due volte, prima di utilizzare la leva. Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

I rischi della leva finanziaria

Dunque, quali sono i rischi della leva finanziaria? Ecco i più gravi, quelli che vantano la maggiore probabilità di trasformarsi in realtà.

  • Finire sul lastrico. Può sembrare un’espressione forte, ma il rischio è esattamente questo. Non bisogna dimenticare che la leva moltiplica i guadagni ma anche le perdite. Ora, perdere è fisiologico. I trade falliscono. Tutto sta nel contenere le perdite. Ecco, la leva finanziaria rende estremamente difficoltoso contenere le perdite, portarle a un livello accettabile. Da qui, il rischio di perdere tutto il capitale, o comunque una parte consistente.
  • Chiusura automatica della posizione. Tutti i Broker implementano misure di sicurezza per impedire che il trader vada “troppo in rosso”, o che perda così tanto da causare problemi al broker medesimo. Dunque, tendono a chiudere le posizioni in perdita, se queste sono ulteriormente aggravate dalla leva e raggiungono certi requisiti (che variano da Broker a Broker).
  • Innesco di dinamiche attigue al gioco d’azzardo. Con la leva si guadagna molto e, soprattutto, si perde molto. Soprattutto, è poco controllabile. Eccesso e scarso controllo sono elementi tipici del gioco d’azzardo. Dunque, utilizzare la leva potrebbe sottoporre il trader alle dinamiche tipiche del gioco d’azzardo.

Come gestire la leva finanziaria

Eppure la leva finanziaria può essere gestita. A fatica, ma può essere controllata almeno un po’, in modo da limitare i danni e aumentare le comunque scarse probabilità di profitto. Ecco qualche consiglio.

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  • Comprendere i rischi. Può sembrare paradossale, ma il consiglio più utile è proprio questo: conoscere tutti i pericoli della leva, le sue derive tecniche e psicologiche.
  • Utilizzare rapporti bassi. È un consiglio all’apparenza banale, ma non può essere disatteso. Solo le leve “morbide”, quelle che non vanno oltre il 50:1 possono essere controllate, o almeno pongono in essere la possibilità, allorché remota, di un controllo.
  • Utilizzare tecniche di contenimento della perdita. Di nuovo, può sembrare un controsenso, ma se da un lato si utilizza la leva, dall’altro è assolutamente necessario predisporre strumenti che possano forzare l’uscita dal mercato, a certe condizioni. Su tutti, lo stop loss.
  • Monitoraggio frequente. Il monitoraggio è una pratica da implementare sempre e comunque, ma in questo caso assume una importanza plateale. La leva, proprio in quanto moltiplicatore, può generare perdite estreme nel lasso di tempo che separa una verifica dall’altra. Dunque, queste devono essere estremamente ravvicinate.

Chi dovrebbe evitare la leva finanziaria?

Chiudiamo con una riflessione sulle tipologie di trading che dovrebbero evitare la leva finanziaria. Di certo, i trader non esperti, che non hanno maturato le competenze tecniche e psicologiche per gestire uno strumento così controverso. Stesso discorso per i trader esperti, ma che non hanno ancora raggiunto un livello di eccellenza. Se sono competenti, e quindi guadagnano già, non hanno alcun motivo per mettere a rischio il capitale. Infine, dovrebbero evitare la leva finanziaria tutti i trader la cui personalità è incline allo stato ansioso. Lo avrete capito: la leva finanziaria è estremamente ansiogena, visto che aumenta in maniera esponenziale la posta in palio.

Dunque, chi dovrebbe utilizzare la leva finanziaria? Anzi, chi può utilizzarla? Di base, solo i top trading, che se non si contano sulle dita di una mano, poco ci manca. Solo loro dispongono del bagaglio tecnico e psicologico sufficiente a trasformare una bomba a orologeria in uno strumento per guadagnare.