Nella seconda metà di febbraio 2022 il prezzo del Bitcoin si è reso protagonista di movimenti inattesi, che rischiano di aprire un fronte nel mondo crypto. Preoccupa la discesa repentina, soprattutto in concomitanza della crisi in Ucraina, che tra le altre cose rischia di aggravarsi ogni giorno che passa.

Vediamo di capire cosa sta accadendo e quali sono le prospettive per la criptovaluta più famosa al mondo.

Il calo del prezzo del Bitcoin di fine febbraio

Il Bitcoin non ha iniziato bene il 2022. D’altronde, la discesa, pur intervallata da brevi fasi rialziste, è iniziata a novembre, dopo il raggiungimento del massimo di sempre. Tuttavia, a partire da fine gennaio, il prezzo del Bitcoin aveva ripreso la crina positiva, sostenuto anche dai tentativi di regolamentazione “morbida” di alcuni paesi. Poi, la discesa repentina.

A partire da metà febbraio, il Bitcoin ha iniziato a perdere terreno, fino a bruciare tutto il guadagno che aveva accumulato dalla fine del trend ribassista. Cosa sta accadendo? Anche i profani e gli inesperti possono trovare un collegamento con quanto sta accadendo in Ucraina, con le tensioni geopolitiche che rischiano di inghiottire la Russia, l’Occidente e le rispettive economie.

Ma cosa c’entra il Bitcoin? E perché sta soffrendo più di tanti altri asset per la crisi in Ucraina? Siamo nel campo delle speculazioni, anche perché non esistono istituti che possano interpretare in maniera ufficiale le condizioni della criptovaluta. D’altronde, è un asset decentralizzato. I collegamenti possibili, però, sono numerosi.

Il legame tra Bitcoin e tensioni in Ucraina

Prima di tutto, è necessario contestualizzare il rapporto tra Bitcoin e Ucraina. Ebbene, il rapporto è piuttosto stretto. Infatti, è uno dei paesi in cui il trading o anche solo l’uso – tesaurizzato o meno che sia – del Bitcoin è più diffuso. La questione è molto complessa, in quanto tale diffusione dà adito ai soliti detrattori, che vedono nel Bitcoin uno strumento per commerci ambigui. La sponda è chiaramente offerta dalle tensioni, che in alcune regioni non sono solo politiche, ma addirittura militari.

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Tuttavia, per avere un quadro completo della situazione, e soprattutto dell’influenza che la crisi ucraina sta esercitando sul Bitcoin, è bene tenere conto di tre fenomeni.

  • L’Ucraina ha regolamentato l’uso del Bitcoin. Negli ultimi giorni ha fatto scalpore la svolta operata dalle istituzioni politiche e monetarie ucraine, che hanno difatti “legalizzato” il Bitcoin, attribuendogli la dignità di asset monetario e finanziario. Una notizia, questa, accolta con gioia dagli appassionati di Bitcoin, che va nella direzione di una progressiva integrazione del mondo crypto. Ora questo processo rischia di arrestarsi, almeno in Ucraina. D’altronde, un pezzo intero del paese è ora ufficialmente occupato – o protetto, a seconda dei punti di vista – dai russi. Insomma, una doccia fredda che certamente ha impressionato gli investitori.
  • Il prezzo dell’energia aumenta. La crisi in Ucraina sta causando un peggioramento delle prospettive energetiche dell’Occidente. E’ facile ipotizzare  un aumento del costo dell’energia, anzi si sta verificando proprio in questi giorni. Ora, per “minare” Bitcoin sono necessarie grandi potenze di calcolo e abnormi quantità di energia. Di base, una restrizione dell’offerta andrebbe intensa in senso rialzista, ma quando la restrizione si preannuncia destabilizzante, vi è il rischio di una fuga degli investitori.
  • I mercati in generale stanno soffrendo parecchio. Infine, va tenuto conto del fatto che il Bitcoin, a prescindere dalla scarsa regolamentazione, è un asset sempre più integrato negli altri mercati. Dunque, potrebbe star subendo l’influsso delle pessime performance dei mercati finanziari.

Le prospettive per il Bitcoin

Dunque, qual è il destino del Bitcoin nel medio periodo? Chi dichiara di avere la risposta in tasca o è in mala fede o non ha inteso la gravità della situazione. Le vicende che stanno coinvolgendo l’Europa sono dominate dall’imprevedibilità. Realmente, nessuno può sapere come andrà a finire. Di conseguenza, se si prende per buono il legame tra performance del Bitcoin e crisi Ucraina, anche ogni ipotesi sul prezzo della famosa criptovaluta non supera la soglia della congettura.

Non rimane dunque che aspettare, preparandosi al peggio ma sperando per il meglio, mantenersi sul chi vive in modo da reagire nel più breve tempo possibile alle sollecitazioni che (questo invece è certo) non tarderanno ad arrivare.