Il trading emotivo, più che un approccio, è una condizione. Per giunta, una condizione non fisiologica e che può recare alcuni danni al trader, fino a determinare perdite ingenti di capitale. La cattiva notizia è che è una condizione abbastanza frequente, soprattutto tra i meno esperti. La buona notizia è che può essere in qualche modo evitata o comunque gestita in modo da limitare i danni.
In questo articolo parliamo di trading emotivo, fornendo una panoramica di questa condizione, specificando i rischi che comporta e fornendo qualche consiglio per affrontarla al meglio.
Cosa si intende per trading emotivo
Il trading emotivo è quella condizione che spinge il trader a prendere delle decisioni mosse dall’emotività, inficiate da un qualche coinvolgimento emotivo, piuttosto che dalla razionalità (come dovrebbe essere).
Quando il trading è emotivo, l’investitore apre e chiude posizioni derogando dalle regole che lui stesso si è dato in fase di redazione della strategia. Questo fenomeno riguarda un po’ tutte le componenti del trade: dall’esposizione al segno, dalla messa in campo di precauzioni quali lo stop-loss all’individuazione del punto di entrata e di uscita.
Derogare dal proprio trading system è sempre una scelta rischiosa, da evitare se non in casi circoscritti e specifici, che non hanno nulla a che vedere con la condizione emotiva del Trader.
Perché il trading può essere emotivo
Il concetto stesso di trading emotivo è in contraddizione con lo stereotipo del trader. L’investitore speculativo è percepito dall’immaginario collettivo come un individuo sicuro di sé, astuto e coraggioso, in grado di cavalcare l’onda e di sfruttare l’imprevisto. In realtà, ma questo è un po’ come l’uovo di Colombo, il trader è semplicemente un uomo, in quanto soggetto alla pressione psicologica che una data situazione può esercitare.
Insomma, il trader può vivere situazioni di forte stress. E tale condizione di stress può incidere sulla qualità e persino sulle modalità della sua attività di trading.
D’altronde, il trading è un’attività stressante quasi per definizione. Il fatto è che la posta in gioco è sempre alta, in quanto la posta in gioco è semplicemente… Il denaro. Magari, denaro guadagnato attraverso un’attività lavorativa, e che quindi è costato sudore e fatica. Un’altra fonte di stress è la consapevolezza che i destini delle attività di trading dipendono solo e soltanto da sé stessi. Realizzare ciò vuol dire subire una certa pressione.
Stress equivale a dire emotività. Per natura, per abitudine o per esperienza, alcuni sono in grado di resistere allo stress e conservare una condizione di lucidità anche durante gli eventi più caotici.
Ebbene, quando questa lucidità viene mano si parla di trading emotivo.
I pericoli del trading emotivo
In un certo senso, abbiamo già introdotto i rischi del trading emotivo. In questo paragrafo offriremo una panoramica più dettagliata delle conseguenze del trading mosso dall’emotività piuttosto che dalla razionalità.
Quando si parla di trading emotivo è inevitabile parlare anche di emozioni. Quali sono le emozioni che il trader vive quando viene meno la condizione di lucidità? La risposta dipende da quanto è accaduto precedentemente, nelle fasi più recenti dell’attività di trading. Di norma, un certo grado di stress è sempre presente. Tuttavia, affinché si possa parlare di trading emotivo è necessario che scoppi la classica scintilla, o che venga versata la classica goccia che fa traboccare il vaso. A seconda della natura di questo evento, la risposta può dirigersi in una direzione piuttosto che in un’altra.
Se per esempio il trader ha fallito un importante ordine, potrebbe essere mosso dal sentimento di rivalsa, magari esacerbato da una punta di disperazione. Si sente in dovere di ottemperare al danno nel più breve tempo possibile, prova una certa ansia e dunque si abbandona a scelte poco prudenti, frettolose.
L’evento, tuttavia, può essere però anche di natura positiva. immaginiamo un trader che magari dopo qualche sconfitta finalmente metta a segno qualche ordine. Ipotizziamo che i trade vincenti siano ben più di uno. Ecco che emergono sentimenti di euforia, se non addirittura di onnipotenza. In ogni caso il trader si abbandona a una sovrastima delle sue potenzialità. Di nuovo, deroga alle regole che lui stesso si è dato e si produce in attività che non hanno nulla a che vedere con l’approccio prudenziale che si confà a un trader razionale.
Tutte queste situazioni portano a conseguenze simili. Sia che il trader provi sentimenti negativi, sia che il trader sia coinvolto in sentimenti positivi, se si fa sopraffare da quest’ultimi inevitabilmente compie degli errori anche madornali, si produce in trade perdenti e lascia sul campo buona parte del suo capitale.
Ma il danno non è solo economico. Il rischio è che si instauri un circolo vizioso in cui il trader perde progressivamente costantemente la sua autostima, fino a giungere a una condizione simile a quella della paralisi. lo stadio ultimo di questo processo è l’abbandono definitivo dell’attività di trading.
Le soluzioni al problema
È possibile aggirare il problema? E’ possibile scongiurare la condizione di trading emotivo? La risposta è sì, per quanto non sia affatto semplice. In primis perché, tale fenomeno è semplicemente una reazione della psiche umana, componente che è per definizione poco controllabile. Secondariamente perché nel trading tutto rema contro una risoluzione del problema. Come già detto, l’attività di trading è stressante e lo è per sua stessa costituzione. Il trader si trova quindi a dover trovare una sua stabilità mentre la tempesta è in corso, missione oggettivamente complicata.
La complessità è dimostrata da una dinamica, certo non corroborata da numeri (non esistono studi in merito) ma ben dimostrata dall’esperienza e dalle testimonianze di molti Trader. Il tasso di abbandono tra gli investitori speculativi, a prescindere dal mercato di riferimento, è piuttosto alta: in buona sostanza, chi inizia a fare trading tende a gettare la spugna entro un periodo di tempo piuttosto breve. Ovviamente non stiamo parlando di tutti i principianti, bensì di una buona parte.
Il motivo della tendenza all’abbandono è proprio l’incapacità di sfuggire al trading emotivo, o più propriamente le difficoltà riscontrate nella gestione dell’emotività.
Come già anticipato, però, esistono delle soluzioni al problema emotivo. Soluzione che non è facile mettere in campo, ma che comunque rappresentano una risorsa per chi è suscettibile a questa tipologia di condizione, per chi fa fatica a tenere a bada l’emotività e a sopportare la pressione psicologica, tanto nella buona quanto nella cattiva sorte.
Soluzioni certo difficili ma efficaci. E’ sufficiente porre qualche domanda a riguardo ai trader esperti, che certamente hanno risolto il problema tempo fa, per comprendere che queste soluzioni sono le uniche che possono in qualche modo salvare la situazione o comunque rendere gli effetti tutt’altro che irreversibili.
Quali sono queste soluzioni?
In primo luogo, è necessario che il trader agisca su se stesso e intraprenda un percorso di gestione dell’emotività anche al di fuori dell’attività di trading. Si tratta di sottoporsi a una sorta di training emotivo, un’esplorazione del sé certamente complicata e a tratti dolorosa, ma che torna utile in tutti gli ambiti della vita, dalle professioni alle relazioni alla vita di tutti i giorni.
Non si tratta di andare dallo psicologo, per quanto nei casi più estremi reazioni spropositate alle sollecitazioni del trading siano dovute anche a problematiche di questo tipo. Si tratta di creare una connessione con se stessi, di riuscire ad ascoltare, a comprendere i propri sentimenti. Si può combattere infatti solo quello che si conosce, fosse anche la versione più emotiva e viscerale di sé.
Alcuni trovano sollievo nei periodi di relax, magari da spendere per riflettere su se stessi e sulle difficoltà che si incontrano. Altri si beneficiano di approcci un po’ più complessi, per quanto di marca decisamente esotica. Il riferimento, Tra le altre cose, e alla mindfulness, un insieme di tecniche di stampo meditativo che va molto di moda in questo periodo, e che molti giurano essere efficace per, non solo ristabilire un contatto con se stessi, ma anche per modificare il modo con cui si gestiscono i problemi e si fa fronte alle avversità.
Cosa si può fare invece dal punto di vista pratico? Cosa dovrebbe fare un trader che avverte un certo sconvolgimento emotivo e intuisce che la condizione in cui versa può nuocere all’efficacia della sua attività di trading? In realtà non c’è molto che può fare, se non ha risolto il problema alla radice. Tuttavia, una scelta saggia potrebbe essere quella, molto banalmente, di sospendere l’attività di investimento. Si tratta di improntare una ritirata strategica, ma anche di riconoscere i propri limiti quando essi si palesano e minacciano di produrre conseguenze negative.