Il trading online è un’attività complessa, che va eseguita certo con determinazione ma anche con prudenza. Quest’ultima si dovrebbe manifestare anche con azioni che sospendono l’attività di trading o la interrompono al momento giusto. 

Qual è il momento giusto? Ovviamente, quando la posizione ha raggiunto il massimo profitto possibile, per ottimizzare i guadagni; oppure quando la posizione è in perdita e non può essere più recuperata, per contenere i danni.

Questi sono momenti “ideali”, molto difficili da individuare. Tuttavia, ci si può andare vicino. Come? Semplicemente, adottando alcuni accorgimenti, ovvero mettendo in campo tecniche specifiche. Alcune sono di dominio comune, come lo stop loss, a tal punto da essere integrate in automatico dalle piattaforme, accessibili in un paio di clic. Altre sono meno mainstream, più complesse ed esigenti in termini di impegno.

Per inciso, fanno tutte riferimento alla complessa disciplina del risk management. 

In questo articolo presentiamo alcune di queste tecniche.

Trading online: quando fermarsi

Prima di descrivere le tecniche di sospensione dell’attività di trading, è bene fare il punto sul concetto stesso di “fermarsi al punto giusto”. Ebbene, non è una questione esclusivamente tecnica, non si tratta semplicemente di utilizzare uno o due strumenti. E’ anche una questione psicologica. In breve… Fermarsi è difficile.

E’ difficile fermarsi quando si sta perdendo, in quanto si dovrebbe prima “elaborare il lutto” del denaro perduto, e poi realizzare che la posizione è irrecuperabile, ammesso che lo sia realmente. Molti tendono ad auto-illudersi, e a credere di potercela fare sempre e comunque.

Ma è difficile fermarsi anche quando si sta guadagnando. Anzi, è un’azione innaturale, e che viene contrastata dalla naturale avidità che contraddistingue l’essere umano. Riconoscere che una posizione “ha dato”, e che da essa non è possibile ricavare null’altro, ai più appare come una forzatura.

Eppure bisogna fermarsi. Il rischio, nel primo caso, è trasformare un trade fallito (evenienza tutt’altro che rara nel trading online) in una tragedia. Nel secondo caso, trasformare un trade vincente in un fallimento.

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Stop loss

Iniziamo dallo stop loss, che è la tecnica di risk management più famosa in assoluto. Molto banalmente, essa consiste nell’uscita forzata dalla posizione al raggiungimento di un dato prezzo. Lo scopo è contenere le perdite entro certi limiti, ovvero entro cifre stabilite dallo stesso trader. Si individua la massima perdita sopportabile per quello specifico trade, si ricava il prezzo alla quale tale perdita si realizza, si pone lo stop loss proprio in corrispondenza di quel prezzo. 

Il pregio dello stop loss è che è davvero facile da impostare. Anzi, alcune piattaforme permettono di farlo con pochi clic. Ben più difficile è individuare la massima perdita possibile. E’ comunque buona norma che, nella peggiore delle ipotesi, questa debba corrispondere al 2% del capitale. 

Take profit

Il take profit può essere definito come il contrario dello stop loss. Se quest’ultimo ha lo scopo di contenere le perdite, il take profit ha lo scopo di preservare i profitti. In buona sostanza, il take profit consiste nell’uscita dalla posizione al raggiungimento di un dato prezzo. Il prezzo in genere coincide con una resistenza, ovvero con il limite raggiunto il quale l’asset ha terminato la sua spinta propulsiva. 

Esistono svariati livelli di take profit, come esistono svariate resistenze. Anche perché un asset può benissimo superare una prima resistenza ma fermarsi alla seconda, o addirittura alla terza. Quanto più lontana è la resistenza impostata come take profit, tanto più “coraggioso” è il trader. Ovviamente, nel ragionamento intervengono anche altri fattori, i quali magari fanno presupporre una trend in salute ben oltre i limiti suggeriti dalla resistenza. 

Trailing stop

Il trailing stop è una sorta di stop loss itinerante, dinamico. Può essere definito come uno stop loss che cambia alla bisogna. Chi imposta uno stop loss in realtà individua due livelli: uno di attivazione e uno di esecuzione. Fino al raggiungimento del livello di attivazione, il trade prosegue senza intoppi. Al raggiungimento del livello di esecuzione, la posizione viene abbandonata, esattamente come accade con lo stop loss o il take profit.

Immaginiamo un’attivazione al +10% rispetto al prezzo di entrata e un prezzo di esecuzione al 5%. Fino a quando il prezzo non aumenta fino a raggiungere il 10%, non accade nulla. Quando però ha accumulato questa percentuale, lo stop si attiva e viene eseguito quando il prezzo prende il 5%.

La funzione del trailing stop è quindi duplice: da un lato limita le perdite, a dall’altro non compromette i profitti. Per certi versi, dunque, assomiglia a una fusione tra stop loss e take profit.

Shock Protection

Discorso diverso per lo shock protection. Sia chiaro, anche in questo caso parliamo di uscita forzata dalla posizione. Le condizioni di attivazione, però, prescindono dalle performance del trader. Può attivarsi tanto nei trade in perdita quanto nei trade in guadagno.

Le condizioni, infatti, corrispondono alla rilevazione di disordini nei prezzi. Questi suggeriscono una condizione di pericolo, di incertezza, e di conseguenza la necessità di un’uscita dal trader. Lo shock protection viene impostato raramente: in primis perché è complicato, secondariamente perché le condizioni si verificano solo di tanto in tanto.