Trading per principianti… In questo articolo proponiamo 13 insegnamenti di alcuni trader che hanno fatto la storia.
Insegnamenti raccolti per citazioni, che vengono utilizzati per impartire importanti nozioni di trading per principianti.
Insegnamenti che gli esperti hanno già interiorizzato, ma che i novizi spesso disconoscono (e quindi farebbero bene ad assimilare).
Ha senso seguire un trader famoso?
Per quanto il “mestiere” di trader sia abbastanza solitario, anzi sia l’attività solitaria per eccellenza, è impossibile fare del buon trading isolato da tutto e da tutti. Non ci stiamo riferendo alla necessità di assimilare notizie e analisi altrui (quella è una dinamica scontata) bensì al confronto tra trader.
D’altronde, se negli ultimi anni sono nati alcuni servizi il cui scopo è, appunto, mettere in contatto i trader tra di loro, un motivo ci sarà. La verità è che la circolazione delle idee è una dinamica presente nel trading, anche e soprattutto nel trading per principianti. In primis perché la socialità è connaturata nell’animo umano. In secondo luogo perché un mercato è un luogo di incertezze, e scambiare visioni e strategie è un modo efficace per dominare o sopportare questa incertezza.
Dunque, perché non tagliare la testa al toro e fare riferimento, quando possibile, direttamente ai trader esperti? Da qui l’opportunità di seguire i trader “pro”, e di assimilare i loro insegnamenti, quando accade che li impartiscano in modo chiaro e conciso.
Gli insegnamenti dei trader più famosi
Di seguito, presentiamo gli insegnamenti dei trader più famosi del mondo, Jesse Livermore, Ed Seykota, Richard Denis, Richard Rhodes. Sono riportate da Rayner Teo, un trader indipendente con un certo seguito negli Stati Uniti. Li ha esposti lui stesso, sotto forma di quote, nel suo blog, e più specificatamente in un articolo (in inglese) dal titolo “23 Trading Quotes That Made Me a Better Trader“.
Gli insegnamenti riguardano principalmente le azioni, ma nella maggior parte dei casi possono essere applicati al trading in generale, a prescindere dal mercato.
“Un titolo azionario non è mai troppo costoso per essere acquistato, o troppo conveniente per essere venduto”
Lo scopo del trading, è ovvio, è quello di acquistare basso e vendere alto. Sicché si tende a pensare che non valga la pena acquistare quando un titolo si è apprezzato molto, in quanto vi è la sensazione che il trend si invertirà presto.
Allo stesso modo, si pensa non sia intelligente vendere quando un titolo si è deprezzato molto. Jesse Livermore, con questo aforisma, vuole dirci una cosa: un titolo può sempre raggiungere un nuovo massimo, come può sempre raggiungere un nuovo minimo. La dinamica di cui sopra, quindi, non è affatto scontata.
“Io faccio trading con le informazioni che mi procaccio da solo e con i metodi che io ho elaborato”
Può sembrare una frase forte, e anche abbastanza arrogante. Una dichiarazione di assoluta autonomia che suonerebbe eccessiva anche in bocca al trader più bravo del mondo.
In realtà è solo una esagerazione, una iperbole, per raccomandare a tutti di personalizzare la propria attività di trading. Ricette pronte non ne esistono, e ciò riguarda l’analisi come l’operatività. Molte di queste “ricette” sono utili, a patto però di personalizzarle, di adeguarle al proprio stile di trading, alle proprie esigenze e ai propri obiettivi.
“Compra alto e… Vendi più alto”
Questa citazione è abbastanza contro-intuitiva. La regola non dovrebbe essere “compra basso e vendi alto”? Di nuovo, siamo di fronte a una frase che trae la sua forza nella capacità di rompere un tabù. Dietro questa rottura, però, c’è un pensiero molto intelligente, e in realtà nemmeno troppo in contrasto con il senso comune.
Con questa fase Jesse Livermore fa notare una cosa: potrebbe andare bene acquistare quando un prezzo è basso, l’unico problema, anzi il vero e proprio elefante nella stanza, è che un trader non può mai sapere per quanto tempo il prezzo rimarrà basso. Dunque il suo consiglio è di acquistare un uptrend, ovvero quando i prezzi sono in crescita, piuttosto che ipotizzare ipotetiche rotture di trend discendenti.
“Le cose più importanti sono: il trend di lungo periodo, i pattern che si formano nel presente, l’individuazione di un buon punto in cui vendere o comprare”
Questa citazione di Ed Seykota è un vero e proprio manifesto di trading. Semplicemente, elenca le sue priorità. Esse rivelano un approccio equilibrato, basato sull’inseguimento del trade ma anche sulla ricettività circa i movimenti del presente (vedi pattern).
“Io imposto sempre gli stop loss quando inizio un trade. Tuttavia, a man a mano che il trend continua e mi da ragione, sposto gli stop loss”.
E’ un concetto molto raffinato, quello proposto da Ed Seykota con questa frase. Che occorra impostare degli stop loss quando si fa trading, non c’è alcun dubbio, tutti ne sono consapevoli. Che gli stop loss vadano “spostati” questo è già meno scontato.
L’obiettivo è assecondare il mercato. Se il trend continua a essere favorevole, vanno aggiornati i parametri, e questo comprende anche lo spostamento degli stop loss e, ci sarebbe da aggiungere, anche i take profit. E’ un modo per dare la possibilità al mercato di concedere un guadagno ancora più ampio. In tutta sicurezza, per quanto possibile.
“I trading system non eliminano i falsi segnali. Bensì, li includono come parte del processo”.
Anche questa è una frase contro-intuitiva. In genere, ai trading system viene assegnato un’aura di infallibilità, almeno potenziale. Un trading system è tale solo se è efficace. Dunque, come può permettere l’esistenza di falsi segnali? La verità è che quella dei falsi segnali è una eventualità ineludibile. Ci saranno sempre, per un motivo o per un altro. Il trading system, se progettato bene, tuttavia non può e non deve rimanere inerme al loro cospetto. Piuttosto, deve porre in essere le condizioni per riparare all’eventuale danno, o contenerne gli effetti. Per esempio, attraverso una corretta impostazione del money management.
“Se fai trading, dovresti aspettarti l’impossibile, e di fare i conti con situazioni estreme. Non pensare in termini di limiti invalicabili”.
Questa è una citazione di Richard Dennis. Il significato è chiaro: il mercato, nonostante tutti i dogmi possibili e immaginabili dell’analisi tecnica, è sempre pronto a stupire. Può sempre accadere qualcosa di inaspettato, il superamento di un massimo “secolare”, o di un minimo particolarmente basso. Il trader dunque consiglia di contemplare tra le possibilità anche situazioni estremi. Si tratta di prepararsi al peggio, o al meglio, in modo da non farsi sopraffare dalle fase più “hard” del mercato, con tutte le conseguenze che questa disattenzione produrrebbe.
“Imposta trade ridotti, in modo che tu possa imparare dai tuoi errori”.
Questa è una vera lezione di trading per principianti. Ancora una volta, impartita da Richard Dennis. Il significato potrebbe essere criptico, ma analizziamo la frase in tutta a sua complessità. Dennis collega i trader piccoli con la possibilità di imparare dai propri errori. Ebbene, la natura di questo legame è molto solida: se fai trade piccoli, puoi anche permetterti di sbagliare. E se sbagli, ma le conseguenze non sono catastrofiche, ti metti nella condizione mentale migliore per pensare all’errore come una opportunità per imparare. In questo modo, impari più in fretta. Questo vale anche per gli esperti, quando si muovono in acque sconosciute o quando la fase in cui versa il mercato è per loro inedita.
“Quando il mercato è in una fase fortemente ascendente, non avere una posizione… E’ essa stessa una posizione”.
Questa è una citazione di Richard Rhodes. Con queste brevi parole, il trader vuole raccomandare di sfruttare a proprio vantaggio un mercato in fase bull, in quanto non farlo equivarrebbe a perdere denaro. In questa prospettiva, rimanere fermi, non entrare nel mercato, equivale a emettere un ordine perdente. Semplicemente, si sta rinunciando a un guadagno (più o meno assicurato).
“Sii paziente: se fallisci un trade, attendi che si verifichi un cambiamento nel mercato prima di emettere un nuovo ordine”.
La forza di Richard Rhodes sta (tra le altre cose) nel modulare i comportamenti a seconda del contesto. Se con la fase precedente ha invitato all’azione, con questa invita alla riflessione. Molto banalmente, raccomanda di non inseguire il mercato nel tentativo di recuperare una perdita, ma di attendere le condizioni giuste. La verità è che se l’obiettivo è recuperare una perdita, il trader non se ne può permettere un’altra, dunque deve andare a colpo sicuro (o quasi).
“Sii paziente: quando hai emesso un ordine, dagli tempo di svilupparsi e produrre il profitto per cui è stato programmato”.
Un nuovo invito alla prudenza da parte di Rhodes. In questo caso, si riferisce all’ansia che assale il trader quando il suo ordine non va nella direzione sperata fin dalle prime battute. Ebbene, nella fattispecie è necessario che il trade faccia il suo corso, che il mercato faccia il suo corso. Dunque, è bene attendere prima di lanciarsi in valutazioni. Fermo restando che ci sono tutti gli strumenti per limitare i danni, nel caso in cui questi diventassero inevitabili (su tutti, lo stop loss).
“Il mercato forma i suoi minimi durante i periodi di quiete”.
Ecco, questo è una frase controintuitiva. Nell’immaginario collettivo, i periodi di panico sono quelli che producono le peggiori conseguenze, dunque i minimi più bassi. In realtà, se si guarda agli storici, la questione è più complessa. Si nota infatti che i minimi più bassi si formano in corrispondenza di periodi tutto sommato tranquilli, avulsi dalle dinamiche del panic selling. Non accade sempre, ma spesso.
Per quale motivo? Semplice: durante il panic selling, non si verificano solo ribassi, ma anche rimbalzi possenti. Gli investitori diventano sensibili in un senso, ma anche nell’altro. Sicché i minimi più bassi vengono raggiunti poco per volta, senza fiammate improvvise, soprattutto nei periodi di calma. E anche i minimi sono più impattanti, in quanto presentano spesso elementi strutturali e non emotivi.
“I massimi di mercato si formano spesso in fretta ma ritracciano il 50% della crescita il 10% delle volte”
Con questa citazione, Rhodes ci vuole dire che i mercati raggiungono i massimi nei momenti di euforia, ma che le situazioni che si vengono a formare non sono sostenibili. Infatti – ma è una statistica da dimostrare – il 10% delle volte in cui il prezzo cresce esponenzialmente, il prezzo stesso produce un ritracciamento quasi immediato del 50%. Queste dinamiche riguardano un po’ tutti gli asset. Un esempio lampante, per quanto sui generis, è il Bitcoin: spesso e volentieri, quando cresce ritraccia pesantemente.