Conviene comprare azioni sui videogiochi, ovvero azioni emesse dalle software house e dalle hardware house che operano nel mondo dei videogiochi? E’ una domanda meno banale di quanto si possa pensare, anche perché questo segmento presenta alcune specificità e parecchi elementi di interesse. Dunque non stupisce che possa essere oggetto di attenzioni da parte di chi, magari, vuole diversificare il suo portafoglio.

In questo articolo faremo una panoramica del comparto videoludico dal punto di vista azionario, elencando i pro e i contro di un simile investimento. Infine daremo qualche consiglio per guadagnare con le azioni dei videogiochi.

I pro del comparto videoludico

Sono numerose le software house e le hardware house, ovvero le aziende produttrici di videogiochi e console, quotate in borsa. D’altronde, alcune di queste aziende sono davvero enormi, e vantano fatturati nell’ordine dei miliardi di euro all’anno, dunque sono abbastanza grandi da “reggere” una presenza nell’azionario. Ne consegue che il comparto è anche molto vario, e questo è senz’altro uno dei pregi. E’ possibile infatti diversificare, e scegliere gli asset in base alle proprie esigenze, al proprio stile di trading etc.

Parallelamente, e questo è un secondo pregio, il comparto si fa apprezzare per una marcata leggibilità. E’ infatti un segmento che è fortemente trainato dalle notizie, ovvero dipende in misura rilevante (ma non totalizzante) dalla copertura mediatica. Ora, l’informazione specializzata è davvero sviluppata, nel mondo dei videogames, da qui la sensazione che il mercato, in realtà, sia abbastanza leggibile.

Ma c’è un’altra considerazione da fare. Il mercato dei videogiochi è in costante evoluzione, anzi in crescita, anche perché si sta svincolando progressivamente da una percezione quale passatempo poco nobile. A dimostrarlo è il coinvolgimento, in alcune produzioni, di professionisti e anzi vere e proprie star provenienti dal cinema, dalla televisione etc. Senza contare il fenomeno degli e-sport, che è leggermente collaterale ma comunque in grado di incidere positivamente sull’immagine del videogiochi, e quindi sul comparto in generale.

I contro del comparto videoludico

Di contro, si segnalano alcune dinamiche che potrebbero rendere l’investimento nelle azioni sui videogiochi non proprio appetibile, o almeno piuttosto rischioso. Come accade per tutti i comparti fortemente trainati dalle notizie, si apprezza una marcata volatilità. Pensiamo solo a Ubisoft, che non è certo la prima arrivata nel mondo dei videogiochi: nel giro di un anno, il 2019, ha toccato un massimo di circa 80 euro e un minimo di circa 40 euro. Certo, è il mercato azionario a essere volatile per definizione, ma le azioni delle software house e hardware, in media, oscillano veramente tanto.

C’è da considerare, poi, la difficoltà di produrre un’analisi tecnica degna di questo nome, sempre a causa del forte impatto che hanno le notizie. A questo si aggiunge una oggettiva eteorgeneità del comparto, che si caratterizza per fortissime differenze di prezzo anche tra azioni emesse da aziende che, di base, godono della stessa fama e della popolarità. Ciò aggiunge elementi di difficoltà in fase di diversificazione, o di semplice scelta dell’asset.

Per il resto, si segnalano gli svantaggi e le criticità di qualsiasi investimento azionario, che per sua natura vive di forti oscillazioni, determinanti soprattutto in una prospettiva di breve periodo.

Le azioni con le migliori performance

Detto questo, quali sono le migliori azioni sui videogiochi? Per rispondere a questa domanda, occorre fare una distinzione tra crescita e prezzo. In alcuni casi, infatti, le azioni che costano di più non sono le azioni con il miglior tasso di crescita.

Inoltre, occorre dare contezza di una dinamica. In genere, gli amatori e gli appassionati tendono a dare per scontati che ai primi posti (magari in entrambe le classifiche) siano occupati dai grandi colossi della tripla A, ovvero dalle software house che producono giochi da milioni di vendite, ben riconoscibili e famosi. Ebbene, non è sempre così. Anzi in molti casi le migliori performance sono appannaggio di società poco conosciute al grande pubblico.

Ciò accade per un motivo particolare: del comparto fanno parte anche i social game e i giochi da smartphone, che paradossalmente si stanno sviluppando per un tasso di crescita clamoroso, ma i cu produttori non vantano una grande storia alle spalle.

Ad ogni modo, se parliamo di azioni dal prezzo più alto, la palma spetta a NetEase, un’azienda di cui non avete probabilmente mai sentito nominare. Ebbene, le sue azioni navigano stabilmente sopra i 300 euro e si occupa di… MMORPG. I suoi giochi sono famosi soprattutto in Cina. Al secondo posto troviamo Take Two, nome dietro cui si cela la RockstarGames, produttrice di GTA, con azioni abbondantemente sopra i 100. Al terzo e al quarto posto troviamo Electronic Arts e Activision Blizzard, rispettivamente sopra i 100 e sopra i 60 euro.

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Per quanto riguarda la crescita ad un anno, il discorso cambia, dal momento che le migliori aziende sono quasi tutte sconosciute al grande pubblico. Oltre ai già citati Activision Blizzard ed Electronic Arts, infatti, troviamo Zynga, che produce social games e giochi per browser, con sede negli Stati Uniti.

Consigli per fare trading con le azioni delle software house

E’ facile fare trading con le azioni sui videogiochi? Assolutamente no. D’altronde è il trading azionario a essere molto complicato, a prescindere dal comparto. Quello videoludico, come abbiamo visto, presenta criticità e vantaggi.

Il consiglio più grande è di conoscere il comparto, e non dare per scontato di sapere abbastanza, solo per il fatto di amare i videogiochi. Questo segmento, come abbiamo visto, è molto sfaccettato, con alcune dinamiche controintuitive ma ad alto impatto (es. il ruolo giocato dai social games).

Dunque, studiate il mercato videoludico da un punto di vista azionario, svincolandovi se possibile dalla prospettiva del piccolo consumatore o dell’appassionato.

Il secondo consiglio è di integrare nella propria analisi quante più fonti possibili. Dunque, da sole l’analisi tecnica, l’analisi fondamentale e l’analisi patrimoniale non bastano. Se però effettuate assieme, e in modo integrato, possono essere davvero utile. In linea di massima, pur consapevoli delle specificità del mercato, dovreste procedere come se stesse tradando azioni di qualsiasi altro comparto.