Il blocco del Canale di Suez ha calamitato l’attenzione dei media. D’altronde, è stato un evento abbastanza drammatico, oltre che raro. Tuttavia, dal punto di vista dell’investitore medio, è bene analizzarlo a fondo, in modo da trarre qualche insegnamento. Anche perché la vicenda può insegnare molto, e accendere i riflettori su alcuni elementi forse un po’ troppo trascurati.
L’incidente in sintesi
La mattina del 23 marzo la nave Ever Given ha lanciato l’allarme. A causa di una tempesta di sabbia, il gigantesco container ha deviato dalla sua rotta ed è finito contro una sponda nel canale di Suez, proprio in corrispondenza di una delle sezioni più strette. A causa di questa piccola deriva, la nave ha compiuto una rotazione, incagliandosi proprio in una posizione tale da bloccare il passaggio per qualsiasi altra nave.
All’improvviso, il Canale di Suez appariva sbarrato, impraticabile per qualsiasi altro natante. Mentre cresceva il panico, centinaia e centinaia di navi si accalcavano all’imboccatura del bacino di acqua artificiale, in attesa che l’empasse venisse risolta.
Un evento dalla gravità inaudita: il Canale di Suez è fondamentale per il commercio mondiale, in quanto permette alle navi di passare dal Mediterranea all’Oceano Indiano e quindi al Pacifico senza circumnavigare l’Africa. In particolare, dal Canale di Suez passano quotidianamente milioni di barili di Petrolio, i quali foraggiano le economie di mezzo mondo.
L’Autorità del Canale di Suez ha tentato prima di allargare quel tratto specifico, in modo da disincagliare la nave. Dopo i primi tentativi falliti, e il timore che la crisi durasse per settimane, si è deciso di tentare il rimorchio. Nella giornata di lunedì 29 marzo la situazione si è finalmente sbloccata: la Ever Given è stata liberata ed è tornata a “galleggiare liberamente”.
La questione del cigno nero
Cosa ci insegna la questione del Canale di Suez? In primis, una lezione sul concetto di cigno nero. Di tanto in tanto, analisti con l’atteggiamento del guru predicano o lanciano ipotesi circa il prossimo cigno nero. Ebbene, la vicenda del canale ci dimostra che il cigno nero non può essere previsto. Per definizione, è imprevedibile. Se non nella sostanza, almeno nei tempi. Infatti, nessuno ha previsto il blocco di una delle tratte commerciali più importanti del mondo, né poteva prevederlo.
Non che il blocco del Canale di Suez possa essere considerato un cigno nero in senso letterale, ma ci è mancato davvero poco. D’altronde, la stessa Autorità del Canale ha avvertito, nella giornata di sabato 27, che le operazioni di disincagliamento avrebbero potuto richiedere anche alcune settimane. In quel caso, il commercio mondiale ne avrebbe tratto danni incalcolabili, senza contare le merci “deperibilI” presenti nelle navi al largo del Mediterraneo, in attesa del passaggio.
Dunque, il cigno nero è e rimane una chimera. D’altronde, il significato di “cigno nero” è proprio questo: un evento inatteso e dalle conseguenze devastanti, in grado di cambiare il corso dell’economia e, in altri ambiti, della società. La pandemia di covid-19 è il classico cigno nero. Ok, si parlava da molto tempo di una possibile pandemia, ma chi se lo immaginava potesse verificarsi proprio nel 2020 e con questa portata?
L’importanza di monitorare le vicende extramercato
Un altro insegnamento, forse il più importante, riguarda l’attenzione che ciascun investitore dovrebbe prestare alle vicende extramercato. Per quanto una certa corrente di investitori ribadisca con forza l’autonomia dell’analisi tecnica e dell’analisi del grafico, asserendo che – da sole – siano capaci di fornire tutti gli elementi per un investimento efficace, in realtà non bastano.
Le vicende extra-mercato, anche quelle che all’apparenza nulla hanno a che vedere con gli investimenti, impattano pesantemente sul mercato, e quindi sui prezzi degli asset. D’altronde, il blocco del Canale di Suez è un incidente “stradale”, che riguarda la logistica, non è stato causato da chissà quale dinamica finanziaria. Eppure ha inciso profondamente sui prezzi, benché sia stato circoscritto nel tempo.
L’analisi tecnica niente poteva dire e infatti niente ha rivelato, non in anticipo almeno.
Guardiamo al prezzo del petrolio. In un solo giorno, il prezzo è schizzato verso l’alto, in quanto il blocco ha diminuito forzatamente e artificialmente l’offerta, salvo poi scendere non appena sono giunte le prime notizie del disincagliamento.
Dunque, il consiglio è di guardare alle vicende extramercato, di monitorarle con attenzione. Se non altro, anche qualora ci si trovasse davanti a un cigno nero, si potrebbe reagire prontamente.