Il mercato finanziario vive un momento di incertezza a causa della debolezza globale, troppo lenta, e della rottura di alcuni paradigmi, che hanno visto, per esempio, i mercati emergenti come un punto di riferimento sicuro per la crescita mondiale. Trovare investimenti che diano un certo rendimento e allo stesso tempo garanzie di sicurezza è sempre più difficile. Alla luce delle varie congiunture e di alcuni avvenimento piuttosto semplici da prevedere è possibile tuttavia stilare una lista dei migliori investimenti finanziari del 2016. Una lista che coinvolge un numero elevato di asset, e che quindi prescinde dalle caratteristiche dei singoli segmenti.
Investimenti 2016: asset e mercati
Dollaro statunitense. Il caro vecchio dollaro ha ottimi margini di rafforzamento. Il motivi riguardano le politiche monetarie della Fed e la congiuntura economica. Janet Yellen, la numero uno della banca centrale americana, presto o tardi, rialzerà i tassi di riferimento, diminuendo in maniera strutturale l’offerta di moneta e quindi innescando un rafforzamento del biglietto verde. Questo avvenimento farà il paio con la svalutazione che, per quanto lieve, interesserà l’euro. Il consiglio, dunque, è puntare su un aumento del dollaro rispetto alla moneta unica, sebbene il rafforzamento è prevedibile anche su altri fronti. Anche perché la moneta statunitense è uno dei beni rifugio per eccellenza. Negli ultimi anni, anche per via di una svalutazione voluta e cercata (attraverso un Quantitative Easing massiccio), gli investitori hanno teso a scordarselo. Questa tesi è stata confermata da Credit Swisse, la quale ha segnalato una forte divergenza tra le politiche monetarie dell’Unione Europea e quella degli Stati Uniti. In effetti tali movimenti sono molto probabili. L’unica “speranza” affinché ciò non avvenga è vincolata a un cambio di approccio da parte della BCE, quindi con un rallentamento del QE e un rialzo dei tassi. Alla luce delle difficoltà economiche dell’Europea, è difficile che si verifichi questo cambiamento.
Azioni europee. Sempre gli analisti di Credit Suisse prevedono una crescita medie delle azioni europee nell’ordine del 10%, che è una percentuale piuttosto alta considerando che è un dato frutto di una media aritmetica. Ad ogni modo, le analisi si sono focalizzate in particolare sull’Euro Stoxx 600, che dovrebbe raggiungere quota 445, concretizzando un aumento netto del 17% rispetto ai livelli attuali. L’opinione di Credit Suisse trova d’accordo un’altro colosso finanziario: Barclays. La banca prevede infatti che le azioni europee cresceranno di più rispetto a quelle americane, britanniche e giapponesi. La crescita economica risicata, però, seppur a fronte di una politica monetaria generalmente molto accomodante, potranno intaccare le performances. Il nodo principale è legato alle capacità di spesa delle varie aziende e società emittenti, ma anche alla debolezza dei mercati emergenti. E’ noto, infatti, che il successo delle realtà europee deriva in parte dalla capacità di importazione, e nello specifico di importazione delle materie prime.
Tecnologico. Il comparto tecnologico dovrebbe prodursi in prestazioni più che soddisfacenti. Il riferimento è soprattutto al segmento dell’High-Yield, quindi alle grosse multinazionali come Facebook, Google etc. I motivi sono principalmente due. In primo luogo, il fabbisogno di tecnologia è aumentato, come dimostrano i fenomeno legati all’uscita del nuovo iPhone. Una larga parte della popolazione agisce come se la tecnologia avanzata fosse un bisogno primario e come tale debba andare oltre le classiche dinamiche di mercato. Secondariamente, i grani colossi della tecnologia hanno dimostrato di sapersi porre al di sopra delle contingenze, siano esse economiche o politica. Per quanto riguarda questo aspetto, basti pensare allo scontro tra Facebook e Ue sul fronte del fisco, per adesso vinto dalla multinazionale americana. Ad ogni modo, parlando di numeri, S&P prevede un aumento delle azioni del settore pari al 3,6%. In questo dato sono comprese anche le aziende piccole e medio piccole, a riprova del fatto che la tecnologia “tira” un po’ a tutti i livelli.
Salute. Le aziende del settore healthcare hanno fatto bene fino a qui. Il motivo risiede in una crescita della consapevolezza circa la necessità di uno stile di vita sano, la quale porta al consumo di prodotti per la salute, non per forza farmaceutici. Si segnala, inoltre, una certa difficoltà sul fronte dei sistemi sanitari nazionali, che quindi spingono le persone a rivolgersi alla controparte privata. In questo contesto si inseriscono le compagnie assicurativi, le quali attraverso la stipula di polizze ad hoc riducono i costi a carico dei contribuenti. Ad ogni modo, un altro fattore in grado di incidere sono le elevate barriere all’entrate, derivati da un fabbisogno di licenze molto alto (e comprensibile). Ciò, inevitabilmente, favorisce le realtà già esistenti e in particolare quelle che vantano una solida quota di mercato.
Oro. Il buon vecchio metallo giallo potrà vivere in futuro un periodo molto positivo. E’ tutta una questione di incertezza. Se il panorama economico e finanziario si fa incerto, gli investitori tendono a ricorrere ai tipici beni rifugio. Si dà il caso che l’oro sia il bene rifugio per eccellenze. Le speranze per un suo rafforzamento sono ben riposte, dal momento che l’incertezza, almeno a detta degli analisti, è costretta ad aumentare.
Il mercato azionario
Volgendo uno sguardo più approfondito, è interessante il Global Outlook della famosa testata Morning Star, uno dei punti di riferimento per i piccoli e i grandi intervistatori. Se ne traggono alcune indicazioni molto specifiche. Gli analisti infatti hanno segnalato non i settori ma addirittura le singoli azioni da prendere in considerazione.
Per esempio Morningstar consiglia le azioni di Swatch. Il motivo di ciò risiede nelle stime degli analisti, che prevedono una crescita dei ricavi del 6% nei prossimi cinque anni, sebbene nel breve periodi gli utili potrebbero essere negativamente influenzati dal tasso di cambio sfavorevole.
Un caso particolare è quello di Millicom International, multinazionale che opera nel campo delle telecomunicazioni. Si prevede una crescita degli utili davvero intensa in virtù del cambio radicale di strategia. Il colosso ha infatti deciso di focalizzare l’attenzione sui paesi dell’America Latina, dove non c’è concorrenza e la domanda è in forte crescita. Opera dunque in solitario e pertanto ha acquisito una quota di mercato davvero alta. Il consiglio di Morningstar è acquistare le sue azioni.
Nel settore dei beni industriali farà molto bene Union Pacific, che è coinvolto negli scambi commerciali da e verso l’Asia, siano esse commodity o merci finite. Gli analisti prospettano un un aumento del fatturato di due punti percentuali nei prossimi tre anni e un miglioramento dell’EBIT vicino al 40%. In un clima di incertezza come questo, Union Pacific risulterà sicuramente avvantaggiato dalle economie di scala che lo caratterizzano.
Want Want China. E’ consigliabile puntare anche sulle aziende di questo colosso del settore alimentare. Il motivo di ciò risiede nella crescita della domanda di cibo industriale in Cina, dovuto soprattutto all’uscita dalla povertà delle popolazioni rurali cinese, frutto delle politiche di occidentalizzazione messe in atto da Pechino. Want Want China gode di una posizione vantaggiosa nella ex Terra di Mezzo poiché è stata tra le prime aziende del settore a sbarcare in terra asiatica. Ad ogni modo, gli analisti prevedono addirittura un aumento dei ricavi nell’ordine del 4% annuo.