In tal senso, una delle letture più utili è “ Padre ricco padre povero ” di Robert Kiyosaki, un self-made man che ha deciso di mettere nero su bianco ciò che lui ha compreso della vita, di replicare sotto forma di parole la strada che lo ha portato al successo.

L’utilità del testo è determinata dalla credibilità dell’autore. Robert Kiyosaki non è il classico maestro che sale sul pulpito e dice agli altri cosa fare. Anzi, non consiglia nulla. Semplicemente, racconta com’è arrivato a una condizione di vita estremamente agiata. Toccherà al lettore trarre gli insegnamenti necessari per percorrere il proprio personale cammino. A dire il vero, l’autore a un certo punto del libro in qualche modo sale in cattedra e “spiega”, fa nozionistica. Si tratta, però, di un mero lavoro di analisi, di uno strumento per comprendere lo stato attuale delle cose e, in particolare, come sono fatte le persone.

I quadranti del denaro

Lo scopo di ” padre ricco padre povero ” è dimostrare la supremazia di una visione del tempo, del denaro del lavoro rispetto a un’altra. Sul banco degli imputati è lo stile di vita tradizionale, che impone agli individui di studiare, conquistare un posto di lavoro sicuro, risparmiare e infine… Morire. Questo stile di vita, secondo l’autore, è debilitante perché suggerisce una equazione perfetta tra tempo e denaro, abbassando di molto la qualità della vita. Potrà sempre utopia, ma Robert Kiyosaki, attraverso il racconto della sua esperienza, si pone l’ambizioso obiettivo di insegnare ai lettori come guadagnare senza lavorare. I quadranti, che sono una rappresentazione di quattro modelli di vita-lavoro, servono proprio a comprendere in quale posizione si è e come muoversi vero una posizione più favorevole.

Gli assi, ovviamente, sono due. Sull’asse delle ascisse troviamo la dicotomia sicurezza-libertà. Sull’asse delle ordinate troviamo la dicotomia dipendenza-autonomia. La maggior parte delle persone si trovano sul primo e sul terzo quadrante. L’obiettivo è raggiungere il quarto quadrante.

Primo quadrante: il dipendente. Scambia il tempo e lo sforzo con il denaro. Se non lavora, non guadagna. Di questa categoria fa parte la galassia dei lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati. Rappresenta il 60% degli individui.

Terzo quadrante: l’autonomo. E’ padrone del proprio lavoro, ma non può permettersi di perdere molti giorni lavorativi. E’ il classico libero professionista. Rappresenta il 35% degli individui.

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Secondo quadrante: il titolare. Ha una impresa o un’azienda, responsabile delle sue entrate. Fa lavorare gli altri. E’ libero ma non autonomo, nel senso che ha tempo libero ma non ha comunque delle responsabilità che lo legano agli altri. Di questa categoria fa il 4% della popolazione.

Quarto quadrante: l’investitore. Non lavora, semplicemente gestisce. Crea sistemi per aumentare il suo patrimonio, il più possibile automatici. E’ libero e totalmente esonerato da ogni responsabilità. Di questa categoria fa parte solo l’1% della popolazione. E’ il modello a cui aspirare.

Come si arriva al quarto quadrante

Non è difficile in linea teorica, ma è molto difficile in pratica. Il motivo è evidente: occorre spogliarsi delle vecchie condizioni, aborrire il valore della sicurezza e abbracciare quello dell’intraprendenza, del rischio. E’ un cambio di mentalità che deve essere supportato da una certa volontà di apprendimento, soprattutto dell’ambiente intorno a sé, dei pregi e dei difetti delle persone con cui si ha a che fare.

L’obiettivo intermedio, che emerge limpidamente in “padre ricco padre povero“, è trasformare le attività in passività. Un esempio può essere rappresentato dal mutuo. Per pagare il mutuo è necessario avere un reddito, ma… se destinassimo la parte di reddito riservata alla rata a qualcosa di diverso? A un investimento magari rischioso ma redditizio?

Un altro obiettivo intermedio, che avvicino l’individuo alla meta finale, è la conquista delle rendite automatiche. Con questo termine si indica tutto ciò che produce denaro ma non richiede la presenza fisica del proprietario. In estrema sintesi, avere una rendita automatica vuol dire lasciare che i soldi lavorino al posto proprio.

Nella pratica tutto ciò come si traduce? E’ molto semplice: nell’attività di investimento su internet. Il trading online è la manifestazione concreta più fedele. Ovviamente, così come non ci si improvvisa “del quarto quadrante” non ci si può improvvisare trader online.

E’ proprio questo l’insegnamento più genuino di Robert Kiyosaki: uno stile di vita diverso, che consenta di vivere in maniera agiata e senza sforzo è possibile ma solo se… Si lavora soldo. Il lavoro, che viene concepito in modo creativo e non standardizzato, esce dalla porta e rientra (legittimamente) dalla finestra.