Sta succedendo qualcosa di strano tra l’oro e il rame. Due metalli che, per quanto entrambi ben tradati (l’oro più del rame a dire il vero), si caratterizzano per la capacità di svolgere due funzioni radicalmente diverse, anche in una prospettiva di investimento.

Da sempre, l’oro e il rame sono correlati in un modo ben preciso, che ha visto ben poche eccezioni negli ultimi decenni. Da qualche mese a questa parte, però, l’equilibrio sembra essere saltato, a tal punto che gli analisti si interrogano su cosa sia realmente accaduto, e perché.

Ne parliamo in questo articolo, esponendo quello che da più parti è definito come “il paradosso dell’oro e del rame” ed esponendo due tesi diverse circa l’origine del fenomeno.

Oro e Rame, una correlazione inversa logica e naturale

Che relazione esiste tra l’oro e il rame? Non potrebbero essere due metalli più diversi. L’oro è prezioso per il suo valore simbolo, il rame è prezioso per il suo valore funzionale. L’oro costa molto, il rame ha un prezzo decisamente più abbordabile. Uno è correlato negativamente alle performance dell’economia reale, l’altro è correlato positivamente. E’ proprio questo il nocciolo della questione: l’oro è un metallo prezioso, un bene rifugio. Il rame, di contro, è una materia prima. Nello specifico, è il materiale d’elezione per la costruzione delle infrastrutture elettriche.

Questa divisione di compiti, se così vogliamo chiamarla, pone in un essere un rapporto di proporzionalità inversa: quando l’oro si apprezza, il rame si deprezza… E viceversa, ovviamente. Il motivo è semplice. L’oro, essendo una valuta rifugia, è acquistato soprattutto quando “le cose vanno male”. Mentre quando le “cose vanno bene”, e l’economia tira, il rame – essendo una materia prima di fondamentale importanza, subisce una crescita della domanda e quindi un apprezzamento. Dunque, è assolutamente fisiologico vedere questi due metalli intraprendere trend divergenti e opposti. Anzi, tale correlazione negativa è così assodata da essere presa in considerazione dagli investitori come materiale di analisi tecnica. Si tratta di una delle poche certezze che il mercato concede.

Oro e Rame, i dati di questi mesi

Una certezza, la correlazione negativa tra oro e rame, che negli ultimi mesi sta andando in crisi. Infatti, l’oro e il rame si stanno comportando in maniera strana, smentendo di fatto il rapporto che è sempre esistito tra di loro. Certamente, negli ultimi mesi se ne sono visti di tutti i colori, nel mercato come nella vita reale, ma questi movimenti “strani” fanno comunque specie. C’è da chiedersi se continueranno anche a crisi finita, se siano destinati a durare, segnando di fatto un nuovo standard o, se di contro, non si riveleranno altro che una breve e bizzarra parentesi. Ma andiamo con ordine.

ll 2020 era iniziato all’insegna della normalità sul fronte oro-rame. Le prospettive di crescita erano piuttosto deprimenti, si parlava di stagnazione per l’Europa e fine del ciclo espansivo per gli Stati Uniti. In quel periodo, l’oro cresceva e il rame si deprezzava: niente di strano. Successivamente è giunto il coronavirus, e questa dinamica si è accentuata, con il rame stabilmente in discesa e l’oro verso nuovi massimi. Di nuovo, niente di strano.

Poi è emerso il paradosso. Una volta terminato il lockdown, il rame ha iniziato a recuperare terreno, come tutti si attendevano visto il probabile rimbalzo delle economie. Tuttavia, nel frattempo, l’oro non ha accennato ad alcuna inversione di tendenza: ha continuato ad apprezzarsi. Insomma, oro e rame che crescevano, assieme.

Una coincidenza? No, anche perché tale movimento dura ancora oggi, alle soglie dell’autunno. Addirittura, a inizio agosto, in virtù della pubblicazione di dati economici meno drammatici del previsto, l’oro si è deprezzato leggermente… E il rame ha fatto altrettanto! Insomma, è da parecchi mesi che il metallo giallo e il metallo rosso si stanno comportando in maniera strana, ovvero come se fossero correlati positivamente. Una dinamica fuori da ogni logico, apparentemente.

Eppure potrebbe esserci una spiegazione per questo bizzarro fenomeno, anzi due.

Una spiegazione psicologica

Una prima spiegazione potrebbe essere di natura psicologica. E’ vero, le economie tra alti e bassi sono ripartite, i dati macroeconomici di tanto in tanto fanno ben sperare, altre volte annunciano una ripresa lenta. Dunque, il trend moderatamente rialzista del rame è giustificato.

A non esserlo, è la crescita dell’oro. Perché l’oro cresce? Forse perché gli investitori sono ancora mossi dalla paura, nonostante i numeri. L’apprezzamento dell’oro potrebbe avere dunque un’origine psicologica, forse irrazionale. Semplicemente, gli investitori non credono alla ripresa, e agiscono ancora in modo conservativo, proprio come hanno fatto a marzo e aprile.

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Certo, questa spiegazione non basta. Giustifica solo in parte i movimenti degli ultimi tempi. Ci dev’essere qualcos’altro, e quell’altro potrebbe riguardare… Il Cile.

Una spiegazione economica

Cosa c’entra il Cile con la correlazione positiva oro-rame? Beh, innanzitutto c’entra con il rame. Il paese sudamericano è il maggior produttore di rame al mondo. Una supremazia che storicamente è costata cara, in quanto ha di fatto innescato tensioni con le multinazionali statunitensi, qualche decina d’anni fa. Questo, per far capire quanto il Cile sia importante in un’ottica di approvvigionamento del rame.

Ebbene, attualmente l’estrazione di rame in Cile è rallentata parecchio. Il motivo? Ovviamente, il coronavirus. Nel sud America il Covid imperversa più che in altre parti del mondo, e il Cile è praticamente nel pieno dell’epidemia. Poco rame, quindi. La logica conseguenza di ciò è una sproporzione tra domanda e offerta a favore della prima, e quindi l’aumento dei prezzi.

Se questa giustificazione fosse vera, i ruoli andrebbero capovolti. L’apprezzamento dell’oro sarebbe fisiologico, è dettato dall’incertezza, che domina ancora. L’apprezzamento del rame non sarebbe fisiologico, ma dettato da un restringimento dell’offerta. 

Certo, la questione è ancora più complessa di quello che sembra. Solo il tempo ci dirà se almeno una di queste motivazioni è esatta, se lo sono entrambe, o se l’origine del fenomeno vada rintracciato altrove.