La crescente tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina sta mettendo a dura prova Apple, il colosso tecnologico di Cupertino. Nonostante gli sforzi per diversificare la propria catena produttiva, l’azienda rimane fortemente dipendente dalla Cina, esponendosi così a rischi significativi derivanti dall’aumento dei dazi doganali.
La dipendenza di Apple dalla Cina: un rischio crescente
Dazi cumulativi al 145%: impatto devastante sui costi
Secondo recenti analisi, i dazi statunitensi sui prodotti cinesi hanno raggiunto un livello cumulativo del 145%. Questo incremento rappresenta una minaccia concreta per Apple, che produce circa l’80% degli iPhone destinati al mercato USA proprio in Cina. Secondo dati forniti dalla società di ricerca Omdia, per mantenere invariati i margini di profitto attuali, Apple sarebbe costretta ad aumentare i prezzi degli iPhone venduti negli Stati Uniti fino all’85%, una soluzione chiaramente insostenibile dal punto di vista commerciale.
Poche alternative nel breve termine
Sebbene Apple abbia avviato da tempo un processo di diversificazione geografica della produzione, le alternative immediate restano limitate. Recentemente, secondo fonti Reuters e The Times of India, Apple avrebbe spedito circa 600 tonnellate di iPhone (circa 1,5 milioni di unità) dall’India agli Stati Uniti prima dell’entrata in vigore dei nuovi dazi. Tuttavia, questa soluzione temporanea non può rappresentare una strategia sostenibile nel lungo periodo.
Strategie possibili per mitigare l’impatto dei dazi
Aumento della produzione in India: una soluzione a medio termine
L’India rappresenta attualmente la principale alternativa alla Cina per la produzione degli iPhone. Tuttavia, incrementare significativamente la capacità produttiva indiana richiederebbe almeno uno o due anni. Inoltre, anche l’India non è immune da rischi tariffari futuri. Solo recentemente gli stabilimenti indiani hanno iniziato a produrre modelli premium come l’iPhone Pro e Pro Max.
Richiesta di esenzioni tariffarie agli Stati Uniti
Secondo diversi analisti finanziari, la strategia più immediata ed efficace per Apple potrebbe essere quella di richiedere esenzioni tariffarie specifiche all’amministrazione statunitense. Durante il primo mandato presidenziale di Donald Trump, Apple aveva già ottenuto alcune concessioni simili. Daniel Newman, CEO di The Futurum Group, ritiene che l’impegno annunciato da Apple di investire 500 miliardi di dollari negli USA creando 20.000 nuovi posti di lavoro, potrebbe favorire ulteriori concessioni tariffarie.
Le dichiarazioni degli esperti: preoccupazioni e prospettive future
L’allarme degli analisti finanziari
Dan Ives, responsabile globale della ricerca tecnologica presso Wedbush Securities, ha espresso chiaramente le sue preoccupazioni: “Questi dazi potrebbero far arretrare Apple di molti anni. È come se la loro barca si fosse capovolta in mezzo all’oceano senza scialuppe di salvataggio”.
Anche Craig Moffett, co-fondatore e analista senior presso MoffettNathanson, sottolinea che persino un eventuale accordo commerciale o una riduzione parziale dei dazi potrebbe non essere sufficiente a risolvere completamente il problema: “Anche un dazio base del 10% rappresenterebbe comunque una sfida enorme per Apple”.
Produrre negli USA? Una soluzione poco realistica
Sebbene il presidente Trump abbia più volte suggerito ad Apple di riportare la produzione negli Stati Uniti, gli analisti ritengono questa opzione economicamente impraticabile. Secondo Wedbush Securities, produrre un iPhone interamente negli USA farebbe lievitare il prezzo finale fino a circa 3.500 dollari, rispetto ai circa 1.000 dollari attuali.
Futuro incerto per Apple nella guerra commerciale USA-Cina
L’attuale scenario geopolitico pone Apple davanti a sfide complesse e difficilmente risolvibili nel breve periodo. La società dovrà accelerare ulteriormente la diversificazione geografica della produzione e cercare soluzioni diplomatiche con Washington per mitigare gli effetti negativi dei dazi doganali.
Nell’attesa che le trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina giungano a una conclusione positiva o quantomeno stabile, gli investitori dovranno monitorare attentamente le prossime mosse strategiche del gigante tecnologico californiano.
Fonte: Cnbc.com