Il recente report Commitments of Traders (COT), pubblicato dalla Commodity Futures Trading Commission (CFTC), offre importanti indicazioni sul sentiment degli operatori istituzionali e speculativi nei confronti delle principali valute, materie prime e indici azionari. Vediamo nel dettaglio come si stanno posizionando i grandi investitori e quali implicazioni potrebbero derivarne per i mercati finanziari.
Posizionamento sul dollaro USA: indice USD sotto quota 100
L’indice del dollaro USA (US Dollar Index) ha chiuso la settimana scorsa sotto il livello psicologico di 100 punti, per la prima volta da luglio 2023. Questo evento potrebbe segnalare un cambiamento significativo nel sentiment degli investitori istituzionali, che secondo i dati IMM (International Money Market) risultano ancora net-short sul dollaro per circa 5 miliardi di dollari.
La tenuta o meno del livello di 100 punti sarà cruciale nelle prossime settimane, dato che rappresenta un supporto tecnico rilevante sin dall’aprile 2022.
EUR/USD: cresce l’ottimismo degli investitori istituzionali
Gli asset manager hanno incrementato significativamente le posizioni rialziste sull’EUR/USD, aumentando le esposizioni long di 28.500 contratti (+7,4%). Questo movimento ha portato il posizionamento netto long ai massimi degli ultimi sei mesi. Anche i grandi speculatori hanno seguito questa tendenza, incrementando le loro posizioni nette long di ulteriori 8.200 contratti, confermando così una visione rialzista sull’euro per la quarta settimana consecutiva.
Valute legate alle materie prime: AUD, CAD e NZD in recupero
Dollaro australiano (AUD): forte riduzione delle posizioni short
I grandi speculatori hanno ridotto drasticamente le loro esposizioni short sui futures AUD (-10.200 contratti, pari al -10%), mentre gli asset manager hanno chiuso ben -11.700 contratti short, il ritmo più rapido di copertura delle posizioni ribassiste da maggio scorso. Contestualmente, gli asset manager hanno aumentato le posizioni long di circa 8.000 contratti. Questi movimenti anticipano il forte rimbalzo dell’AUD/USD avvenuto nella seconda metà della settimana scorsa.
Dollaro canadese (CAD): segnali di inversione rialzista
L’esposizione netta short sul dollaro canadese è scesa ai minimi degli ultimi sei mesi tra i grandi speculatori, indicando una possibile inversione rialzista imminente. Tale scenario è stato confermato dal recente rafforzamento del CAD e dal contemporaneo calo della coppia USD/CAD nella seconda parte della settimana appena conclusa.
Dollaro neozelandese (NZD): riduzione generale del rischio
Anche sul dollaro neozelandese gli operatori istituzionali hanno ridotto sia le posizioni long (-29%, pari a -3.300 contratti) che quelle short (-16%, pari a -9.100 contratti). Nonostante questa generale riduzione del rischio (“derisking”), il NZD/USD ha mostrato un deciso recupero nella seconda metà della settimana, suggerendo che potremmo aver già visto i minimi ciclici per le valute legate alle materie prime.
Valute rifugio: CHF e JPY vedono una drastica riduzione delle posizioni short
I trader hanno significativamente ridotto le loro esposizioni ribassiste sulle principali valute rifugio:
- Franco svizzero (CHF): esposizione short diminuita del -26% (-12.200 contratti), segnale che gli operatori stanno rivalutando l’opportunità di mantenere posizioni ribassiste su una valuta tradizionalmente considerata sicura.
- Yen giapponese (JPY): anche qui si registra una riduzione delle posizioni short del -26% (-10.300 contratti), indicando un possibile ritorno d’interesse verso lo yen come valuta rifugio.
Materie prime energetiche: aumentano le scommesse ribassiste sul petrolio WTI
I trader hanno incrementato le loro esposizioni short sul petrolio greggio WTI del 12% (+18.500 contratti), mentre hanno leggermente ridotto le posizioni long (-3%, pari a -9.400 contratti). Questo atteggiamento riflette un crescente pessimismo sulle prospettive dei prezzi energetici nel breve termine.
S&P 500 e Nasdaq: asset manager aumentano fortemente le scommesse ribassiste sugli indici USA
S&P 500: forte incremento delle posizioni short
Nella prima parte della settimana scorsa, gli asset manager hanno aumentato drasticamente le loro esposizioni short sui futures dell’S&P 500 (+33%, pari a +67.000 contratti), raggiungendo il livello più alto di scommesse ribassiste da dicembre 2022. Tuttavia, il forte rimbalzo registrato nella seconda metà della settimana potrebbe aver costretto molti operatori a chiudere rapidamente queste posizioni (“short squeeze”).
Nasdaq 100: continua la cautela degli investitori istituzionali
Anche sul Nasdaq gli asset manager hanno ridotto l’esposizione netta long di circa -10.200 contratti, confermando una visione prudente che perdura ormai da diversi mesi.
Conclusioni operative per gli investitori italiani
I dati del report COT evidenziano chiaramente un cambiamento significativo nel sentiment degli operatori istituzionali:
- Dollaro USA sotto pressione: attenzione al livello chiave dei 100 punti sull’indice USD.
- Euro in rafforzamento: EUR/USD potrebbe continuare a beneficiare dell’aumento delle posizioni rialziste.
- Valute commodity in ripresa: AUD, CAD e NZD mostrano segnali incoraggianti dopo mesi difficili.
- Cautela sugli indici azionari USA: nonostante il recente rimbalzo, permane una certa prudenza tra gli investitori istituzionali.
- Pessimismo sul petrolio: attenzione alle possibili pressioni ribassiste sui prezzi energetici nel breve periodo.
Sarà fondamentale monitorare attentamente questi sviluppi nelle prossime settimane per cogliere eventuali opportunità operative o gestire al meglio il rischio nei propri portafogli d’investimento.
Fonte: Forex.com