Il dollaro statunitense ha subito un forte calo venerdì scorso, raggiungendo il livello più basso degli ultimi dieci anni rispetto al franco svizzero. Gli investitori, preoccupati per le crescenti incertezze sull’economia americana, hanno cercato rifugio in asset considerati più sicuri come franco svizzero, yen giapponese, euro e oro, quest’ultimo salito a nuovi massimi storici.

Le Cause della Debolezza del Dollaro

Politiche Commerciali Instabili e Tensioni USA-Cina

La recente volatilità del dollaro si inserisce in un contesto di politiche commerciali instabili adottate dall’ex presidente Donald Trump. Dopo una breve tregua nelle tensioni commerciali, Trump ha deciso di aumentare drasticamente i dazi sulle importazioni cinesi fino al 145%, aggravando ulteriormente le relazioni tra le due maggiori economie mondiali.

Questa escalation ha provocato una forte reazione negativa sui mercati finanziari globali: Wall Street ha registrato pesanti perdite dopo un breve rally iniziale, mentre gli investitori hanno iniziato a dubitare dell’esistenza di una strategia coerente dietro le decisioni commerciali statunitensi.

Mercati Finanziari in Fuga dal Rischio

La fuga verso asset rifugio è stata evidente: l’euro ha raggiunto il massimo degli ultimi tre anni a quota 1,13855 dollari, mentre lo yen giapponese è salito ai livelli più alti degli ultimi mesi (142,88 yen per dollaro). Anche il franco svizzero ha guadagnato terreno, con il dollaro che ha perso l’1,2% scendendo a 0,81405 franchi svizzeri, livello mai visto dal gennaio 2015. L’indice del dollaro (Dollar Index), che misura la forza della valuta americana rispetto alle sei principali valute mondiali, è sceso sotto quota 100 per la prima volta da luglio 2023.

La Fine del “Dollar Smile”? Analisi e Prospettive

La Teoria del “Dollar Smile” e la sua Attuale Validità

Secondo Stephen Jen, CEO di Eurizon SLJ Asset Management e noto analista valutario internazionale, questa situazione mette in discussione la validità della teoria del “Dollar Smile”. Tale teoria sostiene che il dollaro tende a rafforzarsi sia in periodi di forte crescita economica statunitense sia durante crisi globali (flight-to-quality). Tuttavia, l’attuale scenario di avversione al rischio non sta favorendo il dollaro come previsto dalla teoria.

Jen ritiene che il problema non sia tanto l’obsolescenza della teoria quanto piuttosto una correzione inevitabile del valore del dollaro. Secondo le sue analisi, alla fine del 2024 il dollaro risultava sopravvalutato mediamente del 19% rispetto ad altre 34 valute principali. Questa sopravvalutazione sarebbe dovuta principalmente alla forte domanda globale di asset denominati in USD negli ultimi decenni.

Sbilanciamento tra Economia Reale e Mercati Finanziari

L’analista sottolinea inoltre come la globalizzazione commerciale abbia arricchito molte economie emergenti negli ultimi venticinque anni. Tuttavia, mentre il mondo reale è diventato multipolare dal punto di vista economico e commerciale, quello finanziario è rimasto prevalentemente unipolare con una netta dominanza del dollaro americano. Questo squilibrio ha generato enormi deficit esterni per gli Stati Uniti e reso meno competitivo il settore manifatturiero americano sui mercati internazionali.

Verso la Dedollarizzazione: Realtà o Esagerazione?

I Segnali dal Mercato Globale

Sebbene il dollaro rappresenti ancora circa il 59% delle riserve valutarie globali e circa il 64% del debito mondiale, alcuni segnali indicano che potrebbe essere iniziata una fase di dedollarizzazione graduale. Deutsche Bank ha recentemente avvertito che le politiche tariffarie aggressive degli Stati Uniti potrebbero accelerare questo processo.

“Stiamo assistendo a un simultaneo crollo dei prezzi di tutti gli asset statunitensi: azioni, obbligazioni e valuta”, hanno dichiarato gli analisti della banca tedesca. Questo fenomeno potrebbe spingere sempre più investitori internazionali a diversificare i propri portafogli lontano dagli asset denominati in dollari.

L’Impatto delle Politiche Commerciali sulla Fiducia degli Investitori

L’approccio imprevedibile adottato dall’amministrazione Trump nelle politiche commerciali ha creato confusione tra leader politici e dirigenti aziendali globali. Nonostante le rassicurazioni del Segretario al Tesoro Scott Bessent sul fatto che l’aumento dei dazi fosse una mossa strategica per favorire negoziati più vantaggiosi per gli USA, i mercati sembrano aver interpretato diversamente queste decisioni.

Naka Matsuzawa, strategist presso Nomura Securities, ha definito la situazione attuale come un vero e proprio “voto di sfiducia” da parte degli operatori finanziari nei confronti delle politiche economiche americane.

Quale Futuro per il Dollaro?

L’attuale scenario pone interrogativi importanti sul futuro ruolo globale del dollaro americano. Sebbene sia prematuro parlare di una completa dedollarizzazione nel breve termine, appare evidente che gli investitori stiano rivalutando attentamente i rischi associati agli asset denominati in USD.

Sebbene il dollaro mantenga ancora una posizione dominante nel sistema finanziario internazionale, le recenti turbolenze potrebbero rappresentare l’inizio di un lungo processo correttivo verso un equilibrio valutario più sostenibile e multipolare. Gli investitori italiani ed europei dovrebbero monitorare attentamente questi sviluppi per adattare tempestivamente le proprie strategie d’investimento ai cambiamenti strutturali dei mercati valutari globali.

Fonte: Marketscreener.com