Intensificazione delle Posizioni sul Dollaro

Recentemente, il dollaro statunitense ha mostrato una performance eccezionale, registrando un incremento superiore al 7% rispetto a un paniere di valute principali. Questo rafforzamento ha portato l’euro a scendere quasi a 1,01 dollari il 3 febbraio, avvicinandosi pericolosamente alla parità, un livello che non veniva toccato dal novembre 2022. Secondo un sondaggio Reuters effettuato tra il 3 e il 5 febbraio, circa un terzo degli strategist di valuta prevede che l’euro possa raggiungere o scendere sotto la parità con il dollaro nei prossimi mesi.

Supporto da Crescita Economica e Politiche Fiscali

La resilienza dell’economia statunitense, insieme alle politiche fiscali potenzialmente inflazionistiche dell’amministrazione Trump, come tariffe e tagli alle tasse, hanno rallentato le aspettative di ulteriori tagli ai tassi da parte della Federal Reserve. Questi fattori hanno contribuito a consolidare i guadagni del dollaro. Meera Chandan, capo della strategia FX presso J.P. Morgan, sottolinea che il sentiment predominante sul dollaro è bullish, supportato da rendimenti obbligazionari elevati e una continua crescita economica robusta negli USA.

Prospettive a Lungo Termine e Incertezze Politiche

Nonostante le prospettive positive a breve termine, alcuni analisti rimangono cauti riguardo alla durata di questa “eccezionalità” statunitense. La previsione è che il dollaro possa indebolirsi nel lungo periodo, ma c’è poca convinzione su quando avverrà questo punto di svolta. Inoltre, le politiche imprevedibili dell’amministrazione Trump rendono le previsioni particolarmente complesse.

Impatto delle Politiche della Banca Centrale Europea

L’euro è stato anche influenzato dalle aspettative di ulteriori tagli ai tassi da parte della Banca Centrale Europea. Questo ha portato quasi la metà degli analisti intervistati a prevedere un indebolimento dell’euro nei prossimi sei mesi rispetto ai risultati del sondaggio di gennaio.

Previsioni Future e Volatilità del Mercato

Il sondaggio ha rivelato che la visione mediana prevede che l’euro si mantenga stabile nei prossimi tre e sei mesi a 1,03 dollari, per poi rafforzarsi di circa il 2% nella seconda metà dell’anno fino a 1,05 dollari alla fine di gennaio. Tuttavia, la previsione più pessimista colloca l’euro a 0,97 dollari, il valore più basso degli ultimi due anni. Dan Tobon, capo della strategia FX G10 presso Citi, commenta che il mercato non sembra pronto a ridurre significativamente le posizioni sul dollaro a breve termine, data la persistenza dei rischi tariffari e la sovraperformance della crescita statunitense.

In conclusione, mentre il dollaro continua a beneficiare di una serie di fattori favorevoli nel breve termine, le incertezze politiche e le dinamiche globali potrebbero portare a cambiamenti significativi nei mesi a venire. Gli investitori dovrebbero quindi prepararsi per un periodo di elevata volatilità nel mercato forex.

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Fonte: Reuters.com