Il prezzo dell’oro ha registrato un forte rialzo nelle ultime sedute, spinto dalla crescente domanda di beni rifugio in risposta all’intensificarsi delle tensioni commerciali globali e alla crisi del mercato obbligazionario statunitense. Attualmente, il metallo prezioso si trova vicino alla resistenza chiave posta a 3.062,20 dollari, livello cruciale per un potenziale breakout rialzista.
Fattori chiave dietro il rally dell’oro
Tensioni commerciali USA-Cina alimentano la corsa ai beni rifugio
L’introduzione da parte dell’ex presidente USA Donald Trump di tariffe doganali reciproche fino al 104% sui prodotti cinesi, insieme a nuove imposte su merci provenienti da oltre 180 paesi, ha riacceso i timori di una recessione globale. La Cina ha risposto con dazi del 34% sui prodotti americani, mentre il Canada ha imposto tariffe del 25% sui veicoli statunitensi. Queste misure hanno generato preoccupazioni diffuse tra gli investitori, spingendoli verso asset considerati più sicuri come l’oro.
La raccolta effettiva dei nuovi dazi doganali è iniziata mercoledì scorso in ben 86 paesi, aumentando ulteriormente l’incertezza economica globale e rafforzando la domanda di oro come strumento di copertura contro il rischio.
Debolezza del dollaro USA sostiene ulteriormente l’oro
Parallelamente alle tensioni commerciali, il dollaro statunitense ha subito una significativa flessione (-0,7%), rendendo l’oro più conveniente per gli investitori che detengono altre valute. Secondo fonti finanziarie internazionali, la banca centrale cinese avrebbe invitato le principali istituzioni finanziarie del paese a ridurre gli acquisti di dollari USA, probabilmente nel tentativo di stabilizzare lo yuan e limitare ulteriori svalutazioni della valuta nazionale.
In questo scenario di debolezza del biglietto verde e crescente incertezza geopolitica, l’oro continua a beneficiare della sua reputazione consolidata come bene rifugio internazionale.
Crisi nel mercato obbligazionario USA e prospettive della Fed
Il recente sell-off sul mercato obbligazionario statunitense ha sollevato dubbi sulla capacità dei Treasury americani di mantenere il loro tradizionale ruolo di bene rifugio. L’asta dei titoli triennali tenutasi martedì scorso ha evidenziato una domanda particolarmente debole, causando un’impennata dei rendimenti obbligazionari e alimentando speculazioni su possibili interventi straordinari della Federal Reserve.
Secondo Henry Allen, strategist presso Deutsche Bank, la gravità della crisi obbligazionaria potrebbe costringere la Fed ad adottare misure d’emergenza per stabilizzare i mercati finanziari, inclusa una possibile riduzione anticipata dei tassi d’interesse già entro maggio. Attualmente circa il 60% degli operatori finanziari prevede un intervento accomodante della Fed nel breve termine.
L’oro tende storicamente a sovraperformare in contesti caratterizzati da tassi d’interesse in calo e perdita di fiducia verso altri asset considerati sicuri.
Analisi tecnica XAU/USD: livelli chiave da monitorare
Alle ore 11:18 GMT, la quotazione spot dell’oro (XAU/USD) si attesta a 3.050,58 dollari, con un incremento giornaliero pari al +2,29% (+68,33 dollari). Dal punto di vista tecnico:
- Resistenza principale: area 3.062,20 dollari. Una rottura decisa al rialzo potrebbe aprire la strada verso nuovi massimi storici oltre quota 3.167 dollari (record raggiunto lo scorso 3 aprile).
- Supporto chiave: media mobile a 50 giorni situata a 2.953,12 dollari. Un eventuale cedimento sotto questo livello potrebbe accelerare le vendite e invertire temporaneamente il trend rialzista.
Prospettive future per l’oro: scenario rialzista confermato?
Dall’inizio dell’anno l’oro ha guadagnato oltre 400 dollari per oncia, sostenuto da forti afflussi negli ETF specializzati (secondo i dati del World Gold Council si tratta degli afflussi trimestrali più elevati degli ultimi tre anni). Nonostante i dati sull’inflazione USA (CPI e PPI) previsti nei prossimi giorni possano generare volatilità nel breve periodo, lo scenario generale rimane favorevole al metallo prezioso.
I principali driver che sostengono la domanda d’oro restano infatti invariati:
- Crescente rischio geopolitico globale;
- Incertezza sulle future mosse della Federal Reserve;
- Diminuzione della fiducia verso i Treasury USA come asset rifugio affidabile;
- Svalutazione del dollaro americano.
In conclusione: una rottura decisa sopra quota 3.062,20 dollari potrebbe confermare ulteriormente il trend rialzista dell’oro e aprire la strada verso nuovi massimi assoluti nelle prossime settimane.
Fonte: Fxempire.com